Mali: situazione a rischio per migliaia di rifugiati

Spesso si stabiliscono nell’abitato – luoghi che già sono stati colpiti dall’insicurezza alimentare nella regione.

Medici Senza Frontiere affronta i crescenti bisogni umanitari nella regione, offrendo assistenza sia ai rifugiati sia alle popolazioni locali.

Il terrore di rimanere vittima del fuoco incrociato, l’insicurezza e la crisi alimentare hanno spinto oltre 300.000 maliani ad abbandonare il loro Paese in direzione dei Paesi limitrofi.
“Molti di loro sono terrorizzati e disposti a lasciare tutto per sfuggire alla violenza” racconta
Marie-Christine Férir, coordinatore di MSF per l’emergenza.

I rifugiati, provenienti in gran parte da Timbuctu, Gao, Ségou e Mopti, trovano asilo in comunità e campi dove c’è un’assistenza molto limitata di acqua, cibo e ripari.

Fornire assistenza sanitaria di base

Per rispondere ai bisogni della popolazione vulnerarabile, MSF sostiene dei centri di salute in
Burkina Faso (Gandafabou, Férrerio), Mauritania (Fassala, Mbéra,Bassikounou) e in Niger (Chinagodar, Bani Bangou, Yassan). Ogni settimana, le cliniche mobili di MSF trattano i rifugiati dei campi del Burkina Faso (Dibissi, Ngatoutou-Niénié, Déou) e del Niger (Ayorou, Maigaizé, Bani Bangou, Abala, Gaoudel, Nbeidou). A partire da febbraio, le equipe mediche di MSF hanno effettuato oltre 23.000 visite mediche nelle regioni confinanti con il Mali.

Riscontriamo per lo più infezioni respiratorie, malaria e diarrea. Questi problemi sono spesso dovuti alle pessime condizioni in cui vivono i rifugiati” – continua Marie-Christine Férir. Le equipe di MSF si prendono cura anche di un esteso numero di donne che necessitano di assistenza ostetrica. Nel centro di salute di MSF nel campo di Mbera, in Mauritania, hanno partorito 100 donne.

Acqua, un bene raro e prezioso

I rifugiati non hanno sufficiente accesso all’acqua potabile, in particolare nelle aree desertiche della Mauritania. L’acqua è essenziale per evitare le malattie e altri problemi di salute connessi all’igiene. Ogni settimana, le cisterne di MSF forniscono nel campo di Bani Bangou alcuni serbatoi d’acqua di 200 metri cubi di acqua potabilizzata con il cloro.

Con temperature che si aggirano intorno ai 50°, dobbiamo garantire che i rifugiati – specialmente i bambini e gli anziani – abbiano abbastanza da bere” – spiega Marie-Christine Férir. Una migrazione come questa è ancora più allarmante in una regione che già soffre di per sé per la siccità e l’insicurezza alimentare.

Curare e prevenire la malnutrizione

I rifugiati dipendono interamente dagli aiuti umanitari per i beni essenziali, quali la distribuzione di derrate alimentari. Le madri non ricevono né latte né cibo idoneo per nutrire i loro figli. “Il riso può placare la fame, ma non può rimpiazzare i nutrimenti necessari all’infanzia. Nutrimenti quali le proteine, i grassi, le vitamine, i carboidrati e i minerali sono essenziali per la crescita e lo sviluppo di un bambino” – conclude Férir.

In Mauritania, i rifugiati hanno raccontato a MSF di essere fuggiti dal Mali per la mancanza di cibo. Dall’inizio della risposta all’emergenza, MSF ha curato in questi tre Paesi circa 1.000 bambini gravemente malnutriti.

Affrontare le epidemie

Proteggere i bambini dal morbillo è un’altra priorità sanitaria nei campi dove lavora MSF.
In questi posti, dove la gente vive nel caos e i bambini soffrono di malnutrizione cronica, un’epidemia di morbillo sarebbe devastante. MSF ha vaccinato oltre 10.000 bambini – a partire da marzo – con il supporto delle autorità sanitarie. Alcuni casi di colera sono stati riportati a Namarigoungou e a Bonfeba, nel Niger. Dall’inizio di maggio, MSF e il Ministero della Salute hanno curato circa 600 pazienti affetti da colera. Un’altra equipe di MSF sta portando a termine due centri di trattamento del colera da 60 posti letto.

La vulnerabilità dei rifugiati e l’imminente stagione delle piogge accresceranno il rischio di epidemie quali la malaria e il colera. Inoltre “l’hunger gap” (il periodo che intercorre tra un racccolto e l’altro) che inizia nel mese di luglio, coincide sempre con un picco di malnutrizione. Questi rifugiati sono vulnerabili e devono cimentarsi sia con la malnutrizione sia con la malaria.

 


 

Nella regione di Sikasso, nel Mali, le equipe di MSF sono operative con attività pediatriche
e nutrizionali in 5 centri di salute e nell’ospedale di Koutiala. Oltre alle attività di cura, MSF si occupa della prevenzione delle principali malattie dell’infanzia.
Nel Nord, MSF lavora all’ospedale di Timbuctu e fornisce cure nei villaggi delle regioni di Timbuctu, Kidal e Mopti.

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