Messico: MSF chiude le attività a Reynosa e Matamoros dopo 8 anni di assistenza alle persone migranti

Messico: MSF chiude le attività a Reynosa e Matamoros dopo 8 anni di assistenza alle persone migranti

Dopo 8 anni di assistenza sanitaria continua alla popolazione migrante nello stato di Tamaulipas in Messico, la nostra équipe chiude le attività nelle città di Reynosa e Matamoros a causa della diminuzione dei flussi migratori.

Il progetto, al confine nord-orientale del Messico, era stato avviato nel 2017 in risposta alla forte necessità di cure mediche e assistenza psicologica per le persone migranti bloccate nel nord del paese in cerca di una vita migliore.

La fine delle attività è stata determinata da:

  • le nuove politiche migratorie, restrittive e discriminatorie, di Stati Uniti e Messico,
  • la violenza diffusa nel paese,
  • la limitata capacità delle autorità messicane di rispondere ad afflussi massicci di persone in città come Reynosa e Matamoros.

In questi anni abbiamo assistito migliaia di persone esposte a rischi estremi come rapimenti, torture, violenze sessuali ed espropriazioni. Abbiamo sostenuto e accompagnato la loro resilienza in un ambiente profondamente ostile. Allo stesso tempo, abbiamo rafforzato la risposta locale lavorando fianco a fianco con le istituzioni sanitarie messicane, le case rifugio e le organizzazioni comunitarie che sono state fondamentali nel fornire protezione e assistenza a questa popolazione”. Cristina Romero coordinatrice delle attività mediche MSF a Reynosa

8 anni di lavoro

Durante tutta la sua durata, il progetto di Reynosa e Matamoros ha seguito un modello di assistenza globale che combinava servizi medici, assistenza alla salute mentale, sessuale e riproduttiva, assistenza sociale e mediazione interculturale.

Questo modello ha permesso una risposta flessibile ai bisogni, sempre mutevoli, di un contesto caratterizzato da violenza, sovraffollamento e mancanza di protezione.

Durante la pandemia di Covid-19, le nostre attività sono cambiate, adattandosi anche alle esigenze della popolazione locale.

Sono state allestite cliniche di medicina generale, è stato fornito supporto nei centri sanitari di Reynosa e Matamoros, dove sia le persone migranti che le comunità residenti hanno avuto accesso a visite mediche, supporto psicosociale e misure preventive in un momento critico per il sistema sanitario.

In 8 anni di attività del progetto, i nostri team hanno effettuato:

  • 67.000 consultazioni sanitarie di base,
  • 13.000 sessioni di supporto psicologico individuale e 3.700 sessioni di gruppo,
  • 394 sopravvissute a violenza sessuale assistite,
  • 3.700 consultazioni di pianificazione familiare,
  • 40.000 attività di promozione della salute che hanno raggiunto 127.000 partecipanti,
  • 474 persone trattate nell’ambito del mhGAP (Mental Health Gap Action Programme),
  • Apertura di cliniche e assistenza medica durante l’emergenza Covid-19,
  • 10 rapporti redatti sulla situazione umanitaria nel paese con campagne di sensibilizzazione.

Oltre all’assistenza sanitaria diretta, il nostro team ha svolto anche un lavoro di advocacy pubblica e politica, documentando e denunciando le condizioni di violenza, abuso e abbandono al confine, in particolare l’impatto di misure come “Rimanere in Messico” (MPP), il Titolo 42, l’uso e la successiva sospensione dell’applicazione CBP One, che hanno esposto migliaia di persone a rischi maggiori.

L’eredità del progetto

Sebbene la chiusura delle attività a Reynosa e Matamoros segni la fine di un ciclo, sottolineiamo che tale chiusura non rappresenta la fine del nostro lavoro in Messico.

Infatti, i nostri team continueranno a rispondere alle emergenze mediche e umanitarie in altre zone del paese sulla base di conoscenze e metodologie apprese e sviluppate al confine.

Nel corso degli 8 anni di attività del progetto, sono stati organizzati corsi di formazione e tavole rotonde con istituzioni, autorità e altre organizzazioni, che ora rendono possibile trasferire le attività dell’organizzazione in altri contesti dove le necessità sono maggiori.

L’eredità del progetto non risiede solo nelle migliaia di persone assistite, ma anche nella collaborazione con i partner locali e nel rafforzamento di modelli di assistenza che ora possono essere replicati in altri contesti di mobilità e violenza”. Carolina López coordinatrice del progetto MSF a Reynosa e Matamoros

Siamo profondamente grati ai pazienti, alle comunità di Reynosa e Matamoros, alle autorità sanitarie locali, ai centri di accoglienza, ai giornalisti e alle organizzazioni con cui abbiamo collaborato per garantire alle persone assistite l’accesso alla salute e la tutela della dignità, indipendentemente dalla loro origine, dal loro status o dalla loro esperienza di vita.