MSF A BAGHDAD

Roma, 3 aprile 2003. MSF è presente a Baghdad con un'equipe medica composta da 6 persone: un chirurgo (italiano), un anestesista, un medico esperto in medicina d'urgenza, un logista, un traduttore e il capo-missione.
Il team è rimasto in città per determinare i bisogni medici della popolazione e monitorare le possibilità di fornire assistenza medica indipendente durante l'evolversi della crisi.

Dal 22 marzo il team di Medici Senza Frontiere (MSF) ha affiancato lo staff dell'al-Kindi General Hospital, a nord-est di Baghdad, per offrire supporto medico-chirurgico. Al-Kindi è uno dei maggiori ospedali del paese, con una capacità di 250 posti letto specializzato nell'assistenza in caso di traumi e ferite di guerra. Lo staff iracheno dell'ospedale è al completo e sta affrontando i bisogni della popolazione civile con professionalità e prontezza. Negli ultimi due giorni è tuttavia aumentato il numero di vittime dei bombardamenti che arrivano in ospedale dove alcuni materiali chirurgici e anestetici e analgesici cominciano a scarseggiare.

Il team di MSF ha donato del proprio materiale, comprese attrezzature chirurgiche, come set per la stabilizzazione di fratture, antibiotici. 10 tonnellate di altro materiale, tra cui kit chirurgici, farmaci, anestetici e cibo, è partito da Amman alla volta di Bagdad.

Dall'inizio dei bombardamenti, nonostante le difficoltà di movimento, lo staff di MSF prosegue le attività di monitoraggio dei bisogni medico-sanitari anche in altre aree della città. Il 20 marzo erano arrivati, via taxi da Amman, i primi rifornimenti di materiale medico (laringoscopi, tubi endotracheali, kit d'emergenza).

I volontari internazionali di MSF presenti a Bagdad provengono dall'Italia, dall'Austria, dalla Norvegia, dal Sudan e dall'Algeria.

Team di MSF sono presenti anche in Giordania, Siria e Iran pronti per offrire supporto all'equipe di Bagdad o a fronteggiare un'eventuale emergenza profughi in questi paesi. Ad oggi, secondo la testimonianza dei nostri volontari non ci sono importanti flussi di profughi verso questi paesi.

SITUAZIONE PROFUGHI
Attualmente non si registrano flussi consistenti di popolazione in fuga dall'Iraq. Alcune famiglie stanno abbandonando alcuni dei quartieri di Baghdad più colpiti dai bombardamenti per dirigersi verso zone più sicure, ma sempre all'interno dell'Iraq. Al momento ancora non si sa se le persone sono sottoposte a pressioni che impediscono loro di fuggire.

In Iran sono presenti team di MSF al confine con l'Iraq per fornire assistenza in caso di un eventuale afflusso di profughi nei campi allestiti dalle autorità iraniane nei pressi di Qas-re-Sherin e Kermanshah.
In Siria MSF ha siglato un accordo con le autorità per fornire assistenza medica e per rispondere all'eventuale bisogno di acqua potabile nel campo di el Hol, nei pressi di Hassake, allestito per circa 20.000 persone. I campi profughi sono stati allestiti nel mezzo del deserto e ciò desta molta preoccupazione perché potrebbero sorgere problemi legati all'acqua, alla possibilità di preparare del cibo, al tipo di rifugio, alle tempeste di sabbia e al caldo estremo.

BASSORA
La disponibilità di acqua è il problema principale. Un essere umano ha bisogno di almeno 5 litri al giorno. In situazioni di caldo torrido come Bassora, il bisogno aumenta ad almeno 10 litri. Quando l'acqua non viene trattata, la diarrea può sopraggiungere da un momento all'altro e la pelle essere soggetta a desquamazione. I situazioni estreme potrebbe esplodere un'epidemia di colera. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha parzialmente ripristinato le forniture di acqua e la situazione sembra essersi stabilizzata. Continueremo a monitorare la situazione di Bassora, perché potrebbe rapidamente peggiorare.
 

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