MSF fornisce assistenza sanitaria ai civili che dallo Zimbabwe si stanno spostando verso il Sud Africa.

Un’equipe mobile lungo il confine

Musina è una città mineraria relativamente ricca al confine tra Zimbabwe e Sud Africa lungo la strada principale che va da Makhado a Beitbridge. Quello tra Musina e Beitbridge, è il confine più attivo commercialmente che si trova a metà strada tra Johannesburg e Harare.

Gli immigrati generalmente lavorano nelle fattorie o come operai per guadagnare danaro per il loro sostentamento e per mandarlo alle loro famiglie in Zimbabwe. Spesso la paura di essere deportati o di subire violenze, impedisce ai migranti dello Zimbabwe di utilizzare il servizio sanitario pubblico e quindi malattie croniche infettive, come la tubercolosi (TBC) e l’HIV, non vengono curate correttamente.

La Costituzione sudafricana garantisce l’accesso alle cure sanitarie a tutti coloro che vivono nel paese, inclusi i migranti. Gli immigrati dello Zimbabwe rappresentano attualmente il più grande gruppo di stranieri presenti in Sud Africa. Nel paese la disoccupazione va dal 25 al 40 per cento, e gli immigrati sono visti spesso come intrusi.

“I migranti dello Zimbabwe corrono notevoli rischi tra cui subire violenze sessuali, abusi fisici, verbali e molestie della polizia, specie quando attraversano la frontiera con il Sud Africa dove molti non trovano occupazione”, spiega Sylvie Kaczmarczyk, coordinatore del progetto di MSF a Musina. Questi fattori, insieme al loro status giuridico non definito, portano ad una situazione molto precaria di insicurezza generale che influenza la loro salute fisica e mentale.

MSF fornisce assistenza sanitaria nei pressi dei luoghi di lavoro dei migranti sul confine orientale del paese. MSF ha inoltre istituito un centro di consultazione a Musina nel comune di Happer, a Campel e a Matswale.

Nel primo trimestre del 2008 ci sono state più di 800 visite al mese: mal di testa, tosse, malattie della pelle e malattie infettive sessualmente trasmissibili, sono le principali patologie riscontrate.

 

Assistenza sanitaria di MSF nel centro di Johannesburg
La struttura sanitaria di MSF a Johannesburg si trova vicino alla Chiesa metodista centrale che è diventata un centro di accoglienza per 1200-1500 immigrati, la maggioranza dei quali provenienti dallo Zimbabwe. In una preesistente struttura ospedaliera, rilevata da volontari e da operatori sanitari, si svolgono visite mediche una volta alla settimana.

La necessità di una struttura di assistenza medica per gli immigrati ha portato MSF ad organizzare dei servizi di base specifici. Il team fornisce servizi sanitari di base ai pazienti, riferendo gli stessi che necessitano di cure mediche specialistiche al sistema sanitario pubblico specializzato.

Nella sala d’attesa di MSF, una madre con il suo bambino di sette mesi ha raccontato delle condizioni sanitarie esistenti in Sud Africa e del motivo per cui ha deciso di raggiungere la clinica di MSF: “Sono venuta in Sud Africa con solo i vestiti che avevo addosso” – ha dichiarato – ; “alcune donne mi hanno dato degli abiti per il mio bambino. In tre cliniche di Johannesburg in cui sono stata nel dicembre scorso, si sono rifiutati di vaccinare mio figlio. Poi sono venuta da MSF perché il mio bambino ha bisogno urgente di cure”.

Questa struttura serve una comunità di migranti concentrati intorno alla chiesa, dove lo spazio per dormire è limitato e le condizioni igieniche sono precarie per via del sovraffollamento. La chiesa è considerata dalla maggior parte di coloro che la abitano come l’unico rifugio sicuro, ma di recente anche questo senso di sicurezza è venuto meno. Il 30 gennaio scorso, c’è stato infatti un raid contro la chiesa da parte della polizia sudafricana. Durante l’intervento la polizia ha arrestato e aggredito fisicamente la maggior parte dei presenti. I migranti che vengono da MSF, sono traumatizzati dopo aver attraversato il confine anche per le dure condizioni di vita in Sud Africa. E’ infatti difficile trovare lavoro, e in aggiunta si è diffusa una vera e propria fobia della deportazione.

Attualmente ci sono tre gruppi di sostegno settimanali: il primo dedicato ai traumi violenti, il secondo rivolto a persone affette da HIV/AIDS e il terzo per soli uomini. Gruppi di sostegno per le madri e per i ragazzi saranno allestiti entro questo mese.

Nel gennaio 2008 il team di MSF ha compiuto 98 diagnosi tra HIV, tubercolosi e altre malattie croniche, ed ha effettuato 861 consultazioni. Nel mese di febbraio ci sono state fatte oltre 1344 visite, e 125 sono invece state le diagnosi effettuate. Durante il mese di marzo il team ha visitato oltre 890 pazienti.

Tollboom Bianca è un’infermiera del team di MSF che assiste i migranti dello Zimbabwe a Johannesburg. Bianca ha dichiarato che “da gennaio a marzo la maggior parte dei pazienti che abbiamo visitato, è venuto da noi per infezioni del tratto respiratorio superiore, e abbiamo notato un costante aumento di malattie trasmesse sessualmente. La maggior parte dei pazienti visitati dal team di MSF a Johannesburg è composto da maschi adulti dello Zimbabwe che vivono nella chiesa metodista”.

MSF assistite i cittadini migranti dello Zimbabwe che vivono in un perpetuo stato di paura e dolore. Il progetto di MSF è una risposta importante alle esigenze dei migranti dello Zimbabwe che vivono in Sud Africa.

 


 

In Zimbabwe, MSF offre assistenza medica gratuita a 33 mila pazienti sieropositivi, 11 mila dei quali sottoposti a terapia antiretrovirale, un quinto del numero complessivo a livello nazionale. L’assistenza viene erogata secondo modalità decentrate a Bulawayo, Tshlotshlo, Gweru, Epworth e in varie località della provincia di Manicaland.

 

MSF lavora in Zimbabwe dal 2000.
 

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