MSF sta lavorando in prima linea nelle operazioni contro l insorgenza dell’epidemia di Marburg in Angola

Dieci giorni dopo la conferma ufficiale dell’insorgenza in Angola della febbre emorragica di Marburg – un virus della stessa famiglia del virus Ebola – il team di MSF ha cominciato a lavorare in prima linea nelle operazioni di soccorso. In Uige, il centro dell’insorgenza dell’epidemia nel nord del paese, un nostro team sta affrontando l’emergenza nell’ospedale di provincia. La situazione lì riscontrata è drammatica, con pazienti abbandonati a se stessi, uno staff demoralizzato e impaurito e un’inadeguata assistenza dei casi nella comunità. Il team di MSF, che comprende numerosi esperti di febbri emorragiche, si è assunto la responsabilità seguire i casi sospetti.

Nella capitale, Luanda, in cui sono stati riscontrati casi analoghi, un altro team di MSF sta prendendo parte nella costituzione di un’unità isolata, nel caso in cui il virus si diffonda in questa città di 4 milioni di abitanti. Provvede inoltre a dei corsi di aggiornamento per lo staff medico e offre consulenza al Comitato Nazionale di Crisi.

In accordo con i numeri ufficiali forniti dal Ministro della Salute dell’Angola e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, risalenti al 2 aprile scorso, 163 sono i casi che sono stati registrati e 150 i decessi. Finora, tutti i casi infetti sono stati riscontrati nella provincia di Uige, anche se parecchi di questi sono stati trattati in altre province. Altri casi di allerta sono stati riportati in differenti regioni. Per alcuni di questi si è trattato di voci non confermate, per altri sembra trattarsi degli stessi sintomi della febbre di Marburg.

Da quando il virus è stato isolato nel 1967, soltanto alcuni focolai sono stati riportati; ma l’attuale epidemia sembra essere estremamente letale in confronto a quelle precedenti. La trasmissione della malattia avviene tramite contatto diretto con una persona infetta o con liquidi biologici, o il contatto con animali infetti. Dopo un’incubazione di un periodo compreso tra i 5 e i 10 giorni, la malattia può comparire improvvisamente con febbre alta, malditesta, vomito o diarrea. Poiché questi primi sintomi sono simili a quelli delle altre comuni infezioni in Angola, come la malaria, la diagnosi può risultare difficile. L’emorragia compare solamente in una fase successiva.

Il team di MSF in Uige ha già completato un reparto d’isolamento dove i casi maggiormente sospetti possono essere ricoverati e assistiti in condizioni di sicurezza. Lo staff medico è stato formato sulle regole di bio-security che devono essere seguite per garantire la propria sicurezza personale. In Uige, MSF sta cooperando a stretto contatto con il Ministero della Salute e il team dell’OMS che è addetto alla sorveglianza dell’epidemia e alla ricerca di casi in città.

La ricerca di nuovi casi e dei possibili contatti con persone infette dev’essere migliorata, e questo compito richiederà un ingente sforzo. E’urgente moltiplicare gli sforzi per rispondere all’epidemia e misurare l’intensità per cercare di interromperne la diffusione.

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