Myanmar un anno dopo il ciclone Nargis

Maggio 2008 – Maggio 2009

Un anno fa il ciclone Nargis ha colpito violentemente la zona del delta dell’Irrawaddy in Myanmar, lasciando dietro di sé circa 140 mila dispersi o morti e numerosi altri casi gravi. A distanza di un anno Medici Senza Frontiere (MSF) continua a svolgere un programma di salute mentale nella zona più duramente colpita di Bogaley per fornire ulteriore supporto alla popolazione.

MSF ha concluso la maggior parte delle attività nell’ottobre del 2008, quando la fase di emergenza si era conclusa e sul territorio era presente un numero di organizzazioni non governative senza precedenti. Nelle zone più colpite e prive di un’adeguata assistenza MSF ha continuato a svolgere programmi soprattutto di nutrizione e salute mentale. Questi programmi a breve verranno conclusi, vista l’assistenza ora presente sul territorio. Restano fondamentali e in corso le attività di ripristino, soprattutto dei mezzi di sostentamento, alimenti, acqua e impianti igienici.

La risposta di MSF in cifre:

  • Popolazione assistita: più di un milione e mezzo di persone
  • Località: comuni di Laputta, Ngapudaw, Phya Pon, Bogaley (compreso più di 1.100 milione di villaggi)
  • Costo totale (in euro): circa 9 milioni
  • Attività fondamentali: distribuzione di beni alimentari e generi di prima necessità; assistenza medica, assistenza psicologica, assistenza nutrizionale, acqua e impianti igienici
  • Cronologia: maggio – ottobre, intervento d’urgenza (la maggior parte dei progetti sono terminati); ottobre – dicembre, attività in corso nelle zone meno assistite; dicembre – oggi, programmi di salute mentale nelle zone meno assistite
  •  Staff: 128 espatriati e più di 650 operatori locali – a rotazione

Quando i team di MSF sono arrivati nelle zone colpite la maggior parte della popolazione stava lottando per sopravvivere senza cibo, rifugio, acqua potabile e assistenza medica. Il ciclone aveva travolto molte case e interi villaggi, distrutto le coltivazioni e il bestiame, beni di sostentamento fondamentali per la vita della popolazione. Allo stesso tempo le piogge monsoniche continuavano a rendere difficilissime le condizioni di vita. MSF è stata una delle prime organizzazioni a essere operativa nell’area colpita e le prime attività sono state concentrate innanzitutto sulla distribuzione di beni primari, poi, vista la necessità, anche sulla salute mentale.

Alimenti distribuiti

  • Riso – 3.2milioni di kg
  • Fagioli – 740 mila kg
  • Olio – 242 mila litri
  • Pesce in scatola – 514 mila barattoli
  • Sale – 42 mila kg

Assistenza nutrizionale

Le attività comprendevano il monitoraggio della situazione nutrizionale, trattamenti per la malnutrizione (di cui c’era un numero relativamente basso di casi), interventi nutrizionali per i casi di malnutrizione moderata e per i soggetti a rischio (soprattutto donne in gravidanza e in allattamento)

  • Monitoraggio – circa 39 mila persone
  • Trattamenti contro la malnutrizione – quasi mille
  • Supporti nutrizionali – 41 mila

Generi di prima necessità (non alimentari) distribuiti

  • Teli di plastica/impermeabili – 146 mila
  • Zanzariere – 194 mila
  • Coperte – 79 mila
  • Utensili – 8 mila
  • Taniche per l’acqua – 12 mila
  • Kit igienici – 50 mila

Acqua e impianti igienici

Le attività comprendevano il pompaggio e la depurazione delle acque stagnanti e dei pozzi (sorgenti di acqua potabile inondate dal mare), la recinzione delle sorgenti d’acqua, la distribuzione di secchi e taniche per l’acqua, la costruzione di sistemi di purificazione dell’acqua e di servizi igienici.

  • Bacini idrici artificiali prosciugati /risanati – 567
  • Pozzi prosciugati/ripuliti – 670

Assistenza medica

Le attività sono partite utilizzando cliniche mobili – inizialmente curando molti casi di trauma. E in seguito sono state installate cliniche fisse – specialmente per trattare i casi di diarrea, infezioni respiratorie e problemi di salute mentale.

  • Visite mediche – oltre 100 mila

Salute mentale

In risposta al vasto bisogno di assistenza mentale MSF ha svolto attività di sostegno psicologico individuali e di gruppo, programmi di sostegno psicosociale, ha attivato una scuola all’interno di un campo per sfollati e ha fornito assistenza per facilitare il ritorno a una vita quanto più possibile normale.

  • Sessioni individuali – oltre 3.100
  • Totale delle persone seguite (sessioni di gruppo e nelle comunità incluse) – circa 56 mila
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