Niger: situazione critica al confine con Ciad e Nigeria
Negli ultimi giorni più di 200 famiglie, provenienti da Nigeria e Ciad, hanno raggiunto la città di Toumour, nella zona est della regione di Diffa, in fuga dalla violenza e dalla fame delle loro città d’origine. La maggior parte dei nuovi arrivati sono donne e bambini che, secondo le loro testimonianze, hanno camminato per 4 o 5 giorni, anche se solo di notte per paura di essere attaccati da Boko Haram o arrestati dall'esercito.
 
Oltre queste 200 famiglie, piccoli gruppi di rifugiati continuano ad arrivare a Toumour, nel distretto di Bosso. Nonostante molte organizzazioni umanitarie abbiano lasciato la zona dopo gli attentati dello scorso giugno, in città ci sono ancora alcuni servizi funzionanti: punti d'acqua e un centro di salute – regolarmente supportato da MSF – in cui le visite mediche sono gratuite per tutta la popolazione. Per i nuovi arrivati il problema principale è l'accesso al cibo: anche se sul mercato sono presenti alimenti di base, gli sfollati non hanno soldi per comprarli.
 
“Data la situazione critica nelle zone della Nigeria e del Ciad al confine con il Niger, è probabile che Toumour continuerà a ricevere sempre più rifugiati e in condizioni precarie come quelle di quest’ultimo gruppo”, spiega Youssouf Demdelé , vice capo missione di MSF in Niger. “La popolazione non è in grado di coltivare il proprio cibo ed è dipendente dalle distribuzioni di alimenti. Inoltre siamo nel bel mezzo della stagione della malaria. Ci sono diverse agenzie umanitarie che lavorano a Diffa, ma ci sono aree in cui è necessario uno sforzo maggiore”.
 
Lo scorso luglio MSF ha lanciato l’allarme sulla catastrofe sanitaria nel vicino Stato di Borno, in Nigeria, dove almeno 500.000 persone sono sfollate o isolate in enclave fuori dalla capitale Maiduguri e hanno urgente bisogno di cibo, cure mediche, acqua potabile e riparo. Il conflitto tra l’esercito nigeriano e Boko Haram ha finora portato allo sfollamento di 2,7 milioni di persone nei quattro paesi coinvolti (Nigeria, Camerun, Ciad e Niger).
 
La maggior parte dei nuovi arrivati sono stati ospitati dalle persone del luogo, molte delle quali sfollate e rifugiate a loro volta, e che continuano a dimostrare grande solidarietà verso le nuove ondate di arrivi condividendo le limitate risorse a disposizione. Ciononostante, 77 delle famiglie appena arrivate a Toumour vivevano in pessime condizioni, senza cibo sufficiente e senza generi di prima necessità. Per alleviare questa situazione un’équipe di MSF ha distribuito kit con articoli domestici, coperte, zanzariere  e generi per l’igiene personale.
 
Djoumai Tchaiman, 28 anni, è una delle persone che ha ricevuto assistenza: "Vengo dal lago Ciad, al confine tra la Nigeria, il Ciad e il Niger. Da lungo tempo volevamo partire a causa della mancanza di sicurezza, ma non potevamo perché non sapevamo dove potesse essere Boko Haram. Siamo riusciti a fuggire una sera, mentre i combattenti erano impegnati vicino al nostro villaggio. Dopo quattro giorni di cammino siamo arrivati a Toumour io, i miei cinque figli, mio marito e i miei suoceri. Purtroppo quando siamo arrivati mio marito è stato arrestato dai militari come un sospetto. Adesso non so più dove sia".
 
All'arrivo dei nuovi rifugiati sono state effettuate molte visite mediche nel centro di salute di Toumour: a causa dei lunghi giorni di cammino e della paura di essere attaccate o arrestate, molte persone sono arrivate estremamente affaticate e stressate. MSF ha anche rafforzato i supplementi nutrizionali per i bambini con un’età inferiore ai 5 anni e alle loro famiglie.
 
MSF lavora nella regione di Diffa dal dicembre del 2014. Per migliorare l'assistenza sanitaria alla popolazione locale e agli sfollati, MSF sta lavorando insieme al Ministero della Salute nel principale centro di salute materna e pediatrica nella città di Diffa, nell’ospedale distrettuale di Nguigmi e in diversi centri nei distretti di Diffa, Nguigmi e Bosso. MSF sta inoltre fornendo assistenza a Assaga, GarinWanzam e Kintchandi, dove si sono stabiliti migliaia di sfollati. Nel 2015, MSF ha effettuato più di 142.000 visite mediche nella regione.
 
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