Pakistan l’acqua si è ritirata ma la popolazione ha ancora bisogno di riparo cure e acqua potabile

Nelle province di Sindh e Balochistan, l’equipe di Medici Senza Frontiere continua ad assistere gli sfollati che non hanno solo bisogno di cure mediche e acqua pulita ma anche di ricoveri provvisori fino a che la loro situazione non si stabilizzerà.

Attività mediche. Le equipe mediche di MSF continuano la loro attività attraverso le cliniche mobili in tutta la provincia Sindh. I casi di dissenteria e infezioni cutanee (tra le principali cause di malattia dopo le alluvioni) sono sensibilmente diminuiti. Tuttavia, si riscontra un aumento dei casi di sindromi da stress e per questo MSF ha iniziato a portare avanti anche attività di assistenza psicologica individuale e di gruppo. Prosegue anche l’attività nutrizionale e il trattamento della malnutrizione sia nel Sindh che nel Balochistan. I continui spostamenti della popolazione rendono più difficile il lavoro perché non tutti i bambini ammessi ai programmi nutrizionali ambulatoriali portano a termine il trattamento

La fornitura di acqua potabile rimane critica. Proseguono le attività per ridurre i rischi igienico-sanitari per le comunità colpite dalle alluvioni. Gli ingegneri e i promotori sanitari di MSF lavorano per migliorare i servizi igienici e il trattamento dei rifiuti e per informare sulle corrette pratiche igieniche nel Sindh e in tutti i distretti colpiti.

Alloggi provvisori. Molte persone hanno iniziato ad abbandonare i campi sfollati per tornare ai loro luoghi di origine nonostante le loro case siano state distrutte dalle alluvioni. MSF ha in programma di aiutare le famiglie nel sud del Sindh attraverso la costruzione di 2.000 alloggi provvisori. Questi alloggi, di 25 metri quadrati, sono fatti di bamboo e plastica e progettati per durare un anno. MSF li costruirà di concerto con le autorità delle varie comunità per venire incontro alle loro maggiori necessità.

  

L’intervento di MSF in numeri:

– Visite mediche effettuate: 56.991 (5 ospedali, 7 cliniche mobili, 6 centri per il trattamento della diarrea)
– Bambini malnutriti trattati: 3.637
– Acqua potabile distribuita ogni giorno: 1.250.400 litri
– Strutture igienico-sanitarie installate: 714 latrine
– Materiali distribuiti: 58.270 kit, 14.538 tende (a un totale di 39,283 famiglie)
– Staff di MSF impegnato: 125 operatori internazionali e 1.200 pakistani
– Spesa complessiva di MSF per l’emergenza in corso: 7.000.000 euro

 

 

Dera Murad Jamali
Assistenza sanitaria alle future madri

La testimonianza delle pazienti di MSF

Gulatun deve partorire tra due mesi, ma per problemi alla placenta dovrà subire un taglio cesareo. “Mi sono preoccupata molto per il mio bambino quando ho iniziato a sanguinare: nel campo mi hanno suggerito di recarmi in ospedale. Spero davvero che il mio bambino si salvi”, racconta Gulatun.

La casa di Gulatun oggi non è altro che un rifugio improvvisato all’aperto, nella periferia di Dera Murad Jamali, nella provincia del Balochistan, in Pakistan. È una dei tanti milioni di sfollati a causa delle devastanti alluvioni che hanno distrutto case e mezzi di sostentamento in diverse zone del paese.

Nel letto accanto a quello di Gulatun, presso l’ospedale Mother and Child a Dera Murad Jamali, Haseena è al nono mese di gravidanza. Soltanto quattro dei bambini sono sopravvissuti e adesso ha un prolasso uterino. Haseena prega per la sopravvivenza del bambino che porta in grembo: “Spero che mio marito mi consenta di partorire con taglio cesareo e che il mio bambino stia bene”.

Haseena e Gulatun sono solo due tra le centinaia di donne che affrontano parti complicati a essere state ricoverate nel reparto dell’ospedale da quando, a marzo, Medici Senza Frontiere ha iniziato a fornire servizi di emergenza ostetrica gratuiti. Questi servizi includono parti naturali, tagli cesarei e cure prenatali, neonatali e postnatali.

A giugno, prima delle alluvioni, siamo stati impegnati con 13 casi complicati e abbiamo praticato quattro tagli cesarei. A settembre, ovvero dopo le alluvioni, 79 donne hanno dovuto affrontare parti piuttosto difficili e la nostra equipe ha effettuato ben 10 cesarei”, spiega Linnea all’inizio del suo turno mattutino in ospedale.

Anche prima delle alluvioni, nelle aree rurali del sud del Pakistan, la mancanza di cure per le donne in gravidanza era piuttosto critica. Di solito le donne partoriscono in casa, in pessime condizioni igieniche, con l’aiuto di un’ostetrica privata (dai). Di conseguenza i bambini sono facilmente esposti a infezioni mortali e le alluvioni hanno solo peggiorato la situazione. Nel contempo, a causa anche dell’ignoranza e della mancanza di adeguate cure mediche durante la gravidanza, migliaia di donne sono ad alto rischio di aborti spontanei e persino di morte durante il parto naturale.

Durante gli ultimi cinque mesi di gravidanza avevo febbre e dolori in tutto il corpo, ma pensavo fosse normale e non ho pensato di rivolgermi a un dottore”, racconta Jamila, che ha appena partorito un maschio. I dolori e la febbre di Jamila erano i sintomi di malaria cerebrale in gravidanza e adesso finalmente può ricevere terapie adeguate in ospedale .

Ero così preoccupata per Jamila. All’inizio, ho pensato che non ce l’avrebbero fatta né lei né il bambino. Tutto ciò si sarebbe potuto evitare se avesse ricevuto adeguate cure prenatali e informazioni chiare su quanto le stava accadendo”, afferma Linnea, l’ostetrica di MSF.

Ma Linnea ha anche altre preoccupazioni. In Pakistan, durante il parto si fa un uso eccessivo di ossitocina, un ormone naturale secreto durante le doglie. Se somministrata in dosi e tempi adeguati, l’ossitocina sintetica è utile quando le doglie naturali tardano ad arrivare. Tuttavia la somministrazione di ossitocina in tempi e dosi errate o quando non è necessaria, può causare contrazioni eccessive che possono provocare non solo danni al bambino, ma anche la rottura dell’utero con conseguenze spesso mortali sia per la madre che per il neonato.

Purtroppo in Pakistan si crede che un buon parto debba essere breve e gli specialisti spesso somministrano dosi consistenti di ossitocina, talvolta otto volte superiori a quelle consentite, per avere parti più rapidi possibili che però causano complicazioni alle nascite. Questo rappresenta per noi il problema principale da affrontare”, spiega Linnea. “Siamo ancora più preoccupati del fatto che coloro che assistono al parto, nel momento in cui appurano la criticità della situazione, a volte si rifiutano di portare le povere madri in ospedale e spesso queste ultime ne pagano le conseguenze”.

Subito dopo la nascita nel reparto maternità gestito da MSF, i figli delle madri costrette ad affrontare complicazioni durante il parto, vengono trasferiti in un nido aperto 24 ore su 24,in prossimità del reparto. La maggior parte dei neonati accolti vengono curati perché prematuri o per problemi come l’asfissia neonatale, il tetano o l’ittero. Inoltre, il nido accetta neonati nati altrove che necessitano di terapie intensive postnatali.

Linnea sorride quando racconta della dimissione, due giorni dopo, di Haseena che ha partorito un maschietto sano in seguito al consenso di suo marito al taglio cesareo e di Jamila, che si sta riprendendo dalla malaria, mentre la sua bambina è in buone condizioni.

Dal 1988 MSF fornisce assistenza medica ai cittadini pakistani e ai rifugiati afghani vittime dei conflitti armati, dello scarso accesso a cure mediche e delle calamità naturali in KPK, nelle Zone Tribali Federalmente Amministrate (FATA), nel Balochistan, nel Sindh, nel Punjab e nel Kashmir.

Dall’inizio del programma dedicato alla maternità e neonatalità a Dera Murad Jamali, lo scorso marzo, MSF ha effettuato 339 parti, di cui 244 complicati e 41 mediante tagli cesarei. Gran parte di queste donne sarebbero morte senza il servizio garantito da MSF. MSF ha anche accolto 247 neonati presso il nido.

MSF non accetta fondi dai governi per il suo impegno in Pakistan, ma si affida soltanto alle donazioni private
 

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