Perché la salute è un diritto anche per chi non può pagare.

 

Se un paziente è abbastanza fortunato da riuscire a raggiungere una clinica per cercare aiuto, il medico non potrà fare altro che somministrargli – a seconda dalle patologia – un farmaco obsoleto, tossico, complicato da usare oppure molto costoso.
I farmaci contro la tubercolosi sono stati scoperti negli anni ‘50-’60: da allora non c’è stata alcuna innovazione nel trattamento della malattia.

Persino i bambini malati di HIV/AIDS che vivono nei Paesi più poveri continuano a essere completamente ignorati: i piccoli al di sotto dei 18 mesi rischiano di non ricevere cure perché a loro non si adattano gli attuali test diagnostici, e comunque esistono pochissimi farmaci contro l’Aids adatti all’uso pediatrico.

La lista di ingiustizie potrebbe continuare a lungo. Ma la conclusione è solo una: a causa della mancanza di un impegno serio nella ricerca sulle malattie che colpiscono i più poveri, Medici Senza Frontiere e tutti gli altri operatori sanitari che lavorano nei Paesi in via di sviluppo sono costretti a utilizzare terapie e test obsoleti e inefficaci. Gli sforzi e gli investimenti per la ricerca medica oggi si concentrano quasi esclusivamente sulle malattie e i disturbi diffusi nei Paesi ricchi che garantiscono un ritorno di profitti.

I milioni di uomini, donne e bambini che abitano i Paesi più poveri non rappresentano un mercato lucrativo e per questo i loro bisogni sono completamente ignorati  da un sistema di ricerca medica basato esclusivamente sul profitto.

Questo è semplicemente inaccettabile!

Oggi, grazie agli sforzi compiuti da MSF e da altre organizzazioni, si inizia quantomeno a riconoscere l’esistenza di un grave squilibrio nei meccanismi che regolano la ricerca medica. Sono nate alcune partnership di ricerca non-profit con l’obiettivo di mettere a punto nuovi farmaci, test diagnostici e vaccini.

Nel 2003 MSF è stata tra i fondatori e finanziatori della Drugs for Neglected Diseases Initiative (DNDi) che sta sviluppando farmaci contro la leishmaniosi, il morbo di Chagas e la malattia del sonno.

Ma, per quanto benvenuti, questi sforzi sono ben lontani dall’essere sufficienti.

Per questo MSF si è unita ai 17 Premi Nobel e agli altri esperti del settore in un appello per chiedere ai Governi nazionali di garantire investimenti sufficienti per la ricerca e lo sviluppo di farmaci, test e vaccini per le malattie che colpiscono i più poveri.

Le firme raccolte sono state consegnate ai vertici della 59a Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra.

Fino a oggi i Governi sono rimasti sostanzialmente inerti e assenti dallo sforzo per sviluppare nuovi farmaci. La poca ricerca medica orientata ai pazienti più poveri è oggi finanziata essenzialmente da iniziative filantropiche, mentre i governi hanno contribuito appena per il 17%.

Solo per fare un esempio: attraverso il finanziamento della DNDi, MSF sta contribuendo agli sforzi di ricerca più che l’Unione Europea e tutti i Governi europei messi insieme.


Ora che gli sforzi compiuti dalle partnership e dalle diverse iniziative benefiche stanno dando i primi risultati occorre entrare nella fase dei trial clinici che richiedono finanziamenti ben maggiori. Si stima che – per far almeno proseguire le ricerche in corso – servirebbero almeno 200 milioni di dollari in più ogni anno. Se non arriveranno nuovi finanziamenti i nuovi farmaci allo studio non diventeranno mai disponibili per chi ne ha disperatamente bisogno.

Medici Senza Frontiere si associa e sostiene con forza l’appello internazionale per la Ricerca e lo Sviluppo del DNDi – Drugs for Neglected Diseases iniziative (attività a favore dei farmaci per le malattie dimenticate). Si tratta di un appello ai governi affinché diano un aiuto economico significativo e protratto nel tempo per portare alle persone che soffrono e muoiono a causa di malattie dimenticate nuovi e indispensabili strumenti diagnostici, farmaci e vaccini. Da quando l’appello è stato lanciato, nel giugno del 2005, ha raccolto oltre 5.200 firme. Tra gli italiani, spiccano le adesioni di Giovanni Berlinguer, Dario Fò, Silvio Garattini, Luisa Morgantini e Walter Veltroni.

Malgrado negli ultimi dieci anni lo scenario relativo alla R&S sia mutato, la situazione dei pazienti non è cambiata” ha detto il dottor Rowan Gillies, presidente del consiglio internazionale di MSF. “Finora è mancata una leadership in grado di affrontare questa crisi. Questa situazione vergognosa non potrà che peggiorare a meno che non vengano prese misure decisive per garantire sia che le attività di R&S vengano indirizzate ai bisogni sanitari dei pazienti dei paesi in via di sviluppo, sia che le innovazioni siano accessibili alle persone che ne hanno bisogno. Prendere queste misure implica dover cambiare le regole che oggi governano il sistema della R&S”.

L’appello – con lo slogan “I nostri governanti hanno la malattia del sonno?” – verrà presentato all’Assemblea Mondiale della Sanità 2006 (22-26 maggio) nel corso della quale i governi discuteranno la risoluzione, proposta da Kenya e Brasile, di analizzare il sistema della R&S e di affrontare le sue lacune. La risoluzione propone una struttura globale finalizzata ad attività di R&S essenziali e dà ai governi l’opportunità di assumere la leadership per garantire la creazione di un sistema in cui le priorità della R&S siano dettate dai bisogni sanitari e nel quale sia possibile ottenere un finanziamento sostenibile per lo sviluppo di farmaci, strumenti diagnostici e vaccini estremamente  necessari per combattere le malattie dei poveri – malattie che oggi ottengono scarso interesse da parte dell’industria farmaceutica.

Per vedere l’appello vai su http://www.researchappeal.org

 

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