Repubblica Centraficana: 9.000 bambini protetti da morbillo e poliomielite

Nella tormentata Repubblica Centrafricana circa 9.000 bambini sono stati vaccinati contro morbillo e poliomielite grazie al nostro intervento d’emergenza a Gadzi. Il programma è iniziato ad agosto, quando abbiamo riscontrato che nella zona nord orientale del Paese la popolazione non aveva accesso alle strutture sanitarie.

I bambini fino a cinque anni di età hanno ricevuto anche integratori di vitamina A e cure contro le parassitosi intestinali. L’intervento a Gadzi è uno dei quattro progetti di emergenza che abbiamo avviato nel Paese lo scorso aprile, quando il colpo di Stato del gruppo armato Séléka ha gettato il Paese nel caos politico e sociale con oltre 280 mila persone sfollate.

Oltre alle vaccinazioni, abbiamo eseguito più di 5.000 visite mediche (più della metà per malaria) presso i sette centri sanitari della zona in cui offriamo il nostro supporto. Il resto delle patologie rientrava nello schema “tradizionale” comune alle popolazioni costrette a fuggire dalle loro case e vivere all’aperto: infezioni respiratorie, disturbi correlati alle condizioni igienico sanitarie (parassiti intestinali) o infezioni cutanee.

La malaria è uno dei principali problemi che dobbiamo affrontare nella Repubblica Centrafricana. Si tratta di una malattia endemica in tutto il Paese ed è una delle cause principali di mortalità: solo a Gadzi, a causa di malaria grave o associata ad altre patologie, sono stati ricoverati d’urgenza 77 pazienti, di cui 56 in condizioni molto gravi sono stati trasferiti in ospedali più attrezzati.

Per tutta la durata dell’intervento, il personale sanitario e non sanitario è stato formato appositamente per trattare le patologie più comuni della zona, tra cui la malnutrizione acuta. La nostra équipe ha fornito medicinali, cibo terapeutico e materiale medico necessari al trattamento. I bambini che avevano bisogno di una terapia nutrizionale intensiva sono stati trasferiti presso l’ospedale di Carnot, una città vicina, sempre con il sostegno di MSF.

Escalation di violenza nel nord-ovest

Nonostante le nostre attività si siano intensificate nella zona, è necessario un maggiore sostegno esterno per la popolazione della Repubblica Centrafricana, un Paese che sta attraversando il momento più critico e difficile della sua storia. Con meno di cinque milioni di abitanti, un’aspettativa di vita che raggiunge a stento i 48 anni e un colpo di Stato ogni decennio circa, la Repubblica Centrafricana è uno dei Paesi più poveri del mondo, le cui necessità sono aumentate a causa degli ultimi eventi politici.

Decine di migliaia di persone sono in fuga a causa di una nuova ondata di attacchi e di spietate uccisioni da parte dei gruppi armati e delle forze governative nel nord-ovest del Paese. “Nell’ultimo mese a Bossangoa abbiamo trattato più di 60 persone, fra cui anche donne e bambini, per ferite provocate da violenza diretta, soprattutto dovuta ad armi da fuoco e colpi di machete”, dichiara il nostro chirurgo. “Più dell’80% degli interventi chirurgici sono dovuti al conflitto. Siamo inorriditi da ciò che vediamo: villaggi bruciati e uccisioni spaventose. Chi fugge ha un disperato bisogno di assistenza e del senso di protezione dato dalla presenza delle organizzazioni umanitarie”.

Se l’instabilità continua, l’accesso alle cure mediche, già fortemente messo alla prova, sarà pericolosamente compromesso. MSF chiede a tutti i gruppi armati di rispettare la sicurezza dei civili, del personale medico e degli operatori umanitari e chiede un immediato incremento dell’assistenza umanitaria.

MSF coordina altri due progetti di emergenza a Bossangoa e Bria, mentre gestisce progetti regolari a Zemio, Boguila, Paoua, Carnot, Kabo, Batangafo e Ndélé.

Leggi il comunicato stampa “Repubblica Centrafricana, escalation di violenza nei combattimenti”

Condividi con un amico