Repubblica Centrafricana – Appello MSF al Senato: mobilitare la comunità internazionale per garantire protezione urgente a civili e operatori umanitari

Mobilitare la comunità internazionale per garantire protezione urgente alla popolazione civile e all’azione umanitaria in Repubblica Centrafricana (CAR), dove si sta consumando una delle peggiori crisi umanitarie dei tempi recenti. È l’appello lanciato oggi da Medici Senza Frontiere (MSF) durante l’audizione presso la Commissione straordinaria per i diritti umani del Senato, alla luce del fallimento degli aiuti internazionali e in vista del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione Europea. A portare testimonianza e richieste alla Commissione, presieduta da Luigi Manconi, il presidente di MSF Loris De Filippi, infermiere, con una lunga esperienza nei contesti di guerra e recentemente rientrato dal CAR, e il direttore generale Gabriele Eminente.

La crisi che ha colpito il paese nell’ultimo anno sembra non avere fine. Ogni giorno si susseguono scontri violenti fra milizie anti-Balaka di matrice cristiana, forze ex-Séléka di ispirazione musulmana e gruppi armati fuori controllo. Nel fuoco incrociato ci sono i civili, che subiscono violenze estreme, sfollamenti e una drammatica mancanza di accesso alle cure mediche. Tra gennaio e aprile MSF ha trattato circa 3400 persone con ferite da attacchi violenti (machete, armi da fuoco), mentre il numero di sfollati ha raggiunto quasi il 20% della popolazione (900.000 su 4,5 milioni di persone): gli sfollati interni sono poco meno di 600.000, gli altri si sono rifugiati nei paesi confinanti – Ciad, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Congo – in cerca di salvezza. 

L’ondata di violenza non risparmia nemmeno gli operatori umanitari. Da dicembre 2012 a marzo 2014, le équipe MSF hanno subito 115 incidenti di sicurezza. Il 26 aprile un ospedale di MSF a Boguila è stato attaccato: 16 civili sono stati brutalmente uccisi, tra cui tre operatori MSF. Gruppi armati ostacolano l’accesso alle cure mediche e colpiscono ospedali, medici e pazienti. Tutto questo compromette la missione medica e la capacità di MSF di fornire cure alla popolazione.

“Ho lavorato molti mesi in Repubblica Centrafricana – ha detto Loris De Filippi, presidente di MSF – Le persone muoiono ogni giorno, curiamo migliaia di feriti e vediamo centinaia di migliaia di persone in fuga perché è la loro unica possibilità per sopravvivere. Abbiamo un senso di impotenza di fronte alla violenza estrema che colpisce civili, pazienti e operatori umanitari. È una catastrofe di massa che avviene sotto gli occhi dei leader internazionali. Occorre agire subito, attraverso una seria azione politica e un sistema di aiuti efficace che garantisca alle persone protezione e assistenza.”

Di fronte alla Commissione del Senato MSF ha ribadito il fallimento degli sforzi internazionali per proteggere la popolazione e rispondere ai bisogni più elementari delle persone, come acqua, cibo e riparo. C’è una sostanziale mancanza di impegno e mobilitazione dei leader politici nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e un impegno troppo limitato anche da parte dei paesi africani e dell’Unione Africana. Inoltre, sebbene il CAR sia ora in diverse agende internazionali, solo un terzo dei 565 milioni di dollari stimati necessari è stato finora finanziato.

Nel complesso, il livello di assistenza è stato pessimo a Bangui, praticamente inesistente fuori dalla capitale e anche nei paesi confinanti è al di sotto del livello minimo riconosciuto dagli standard internazionali.

Ecco dunque le quattro richieste presentate da Medici Senza Frontiere alla Commissione del Senato

1. AZIONE POLITICA: Occorre una forte azione politica a supporto dell’azione di peacekeeping per garantire la protezione della popolazione civile. A questo proposito è necessario organizzare un summit nella regione, al fine di bloccare la proliferazione di gruppi violenti incontrollati e arrivare a un’assunzione di responsabilità da parte dei gruppi armati, affinché si impegnino a controllare le proprie truppe e rispettare civili e operatori umanitari nelle aree sotto il proprio controllo. 

2. CONFINI APERTI: I confini devono rimanere aperti (il Ciad li ha chiusi il 12 maggio), per consentire i movimenti dei rifugiati, che vedono nell’esilio l’unica possibilità di sfuggire alla violenza. 

3. SUPPORTO AGLI AIUTI: Le agenzie umanitarie devono aumentare il livello di assistenza senza ulteriori ritardi e devono poter contare sul supporto necessario della comunità dei paesi donatori. Occorre sostenere finanziariamente le missioni umanitarie nella zona. In questo senso, richiamando la prossima presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, MSF sottolinea il problema del finanziamento dell’ECHO (l'ufficio della Commissione europea per gli aiuti umanitari), che negli ultimi mesi sta sperimentando una preoccupante incertezza nei finanziamenti da parte degli stati membri.

4. DISTINZIONE CIVILE-MILITARE: Occorre mantenere una chiara distinzione fra pratiche civili e militari per evitare la confusione dei due piani, contribuendo a rafforzare il fragile quadro dello spazio umanitario.

“Con la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, l’Italia può avere un ruolo attivo nell’orientare l’agenda internazionale” ha detto Gabriele Eminente, direttore generale di MSF. “Chiediamo il supporto delle istituzioni italiane nel mobilitare la comunità nazionale e internazionale, affinché si faccia carico della gravissima crisi in atto in Repubblica Centrafricana e sia garantito il necessario spazio umanitario. Per questo motivo ringraziamo la Commissione per i diritti umani del Senato per l’opportunità offerta e confidiamo nell’impegno dei suoi componenti in questa direzione.”

La presenza di MSF nel Paese

MSF lavora in CAR dal 1997. Da dicembre 2013, ha raddoppiato il numero di programmi nel Paese (da 10 a 21), e ha avviato 6 programmi nei paesi confinanti, in particolare Camerun, Ciad e Repubblica Democratica del Congo. Oggi MSF lavora in CAR con più di 2000 operatori locali e 300 operatori internazionali, a Batangafo, Carnot, Kabo, Ndélé, Paoua, Bria e Zémio, Bangui, Berberati, Bouar, Boguila, Bossangoa, Bangassou, Bocaranga, Grimari/Barbari e fuori dalle città assiste le persone attraverso cliniche mobili. Dal 1 gennaio al 30 aprile MSF ha effettuato circa 387.000 visite ambulatoriali (di cui 134.000 per la malaria), 10.600 ricoveri (3570 per la malaria), e assistito quasi 3400 pazienti con ferite dovute alla violenza.

Per approfondimenti:

Scarica il rapporto "Repubblica Centrafricana. Un anno di violenza continua contro i civili"

Le nostre richieste

 

 

 

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