Repubblica Democratica del Congo i continui combattimenti costringono 35.000 civili alla fuga

Beni, 4 gennaio 2003. Proseguono i combattimenti nell'Est della Repubblica Democratica del Congo. Il 31 dicembre scorso, circa 35.000 civili sono fuggiti dai bombardamenti che si sono susseguiti nei pressi della città di Makeke, al confine tra il Nord Kivu e l'Ituri, verso Beni. Medici Senza Frontiere, che lavora nella regione di Beni dall'inizio di dicembre, ha già visto arrivare decine di migliaia di civili.

All'inizio di dicembre MSF ha aperto alcuni dispensari mobili per le popolazioni che vivono lungo l'asse Beni – Mambasa. I dispensari, che inizialmente soddisfacevano i bisogni di una popolazione di circa 25.000 persone, oggi rispondono alle richieste di circa 60.000 persone.

Da dicembre, le equipe di MSF hanno effettuato più di 7.500 visite in 6 villaggi sull'asse Beni-Mambassa. Gli ambulatori riaperti o sostenuti da MSF da dicembre sono oggi pieni e MSF sta allestendo un ospedale da campo per poter curare i nuovi arrivati. Gli sfollati, non essendo mai stati vaccinati contro il morbillo, sono estremamente vulnerabili. MSF ha cominciato una campagna di vaccinazione contro il morbillo per tutti le persone visitate. In meno di un mese, i team di MSF hanno curato 33 bambini gravemente malnutriti e 13 donne vittime di violenze sessuali.

A causa della ripresa dei combattimenti e delle violenze, per il personale di MSF molte zone restano ancora inaccessibili. "Possiamo assistere solo una parte dei civili sfollati", spiega Philippe Hamel, capo-missione di MSF, "…ma sappiamo che ce ne sono molti altri. Riteniamo che oggi siano circa 155.000 gli sfollati che si trovano nella area compresa tra Butembo, Beni, Mambasa e Komanda". MSF intende estendere il più rapidamente possibile le attività mediche a questa popolazione estremamente vulnerabile.

A dispetto del cessate-il-fuoco e dell'accordo nazionale firmato il 17 dicembre scorso, gli intensi combattimenti che si stanno susseguendo nell'Est della Repubblica Democratica del Congo continuano a far fuggire una parte della popolazione e impediscono a migliaia di civili di potere accedere alle cure mediche. Inoltre, i combattimenti nella regione di Uvira, nel Sud Kivu, hanno spinto più di 1.000 persone sulle strade verso il Burundi.
In seguito ai violenti combattimenti intorno alla città di Baraka, nel Sud Kivu, più di due terzi della popolazione è stata costretta alla fuga.
MSF, che aveva iniziato a supportare solo i servizi ospedalieri dell'area, è stata costretta ad interrompere temporaneamente le attività ed a evacuare il proprio staff.

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