Somalia gli operatori internazionali di MSF tornano in alcune località

Gli operatori internazionali di Medici Senza Frontiere (MSF) hanno ripreso il loro lavoro nei progetti di assistenza umanitaria in diverse località della Somalia.

In seguito al brutale assassinio di tre operatori di MSF il 28 gennaio a Kismayo, nel sud del paese, MSF aveva sospeso la presenza dello staff internazionale in Somalia. Da allora sono stati gli operatori somali di MSF che hanno continuato a gestire i progetti.

Mentre MSF continua a esaminare le circostanze intorno agli assassinii a Kismayo, sono state condotte valutazioni delle condizioni di sicurezza in alcune delle 14 località dove MSF gestisce dei progetti di assistenza medica e umanitaria alla popolazione civile. In alcune di queste località dove le condizioni di sicurezza sono apparse accettabili, MSF ha deciso di fare ritornare un numero limitato di operatori internazionali in considerazione degli acuti bisogni umanitari. Nel frattempo, continuano le valutazioni in altre località.

In Somalia, dove è in corso una delle crisi umanitarie più difficili e gravi al mondo in questo momento e la violenza continua a imperversare, provocando nuove fughe di massa della popolazione, l’assistenza umanitaria rimane scarsa. MSF è frustrata dall’impossibilità di raggiungere più pazienti a causa dell’insicurezza. MSF reitera il suo sdegno per l’attacco a Kismayo, che appare come un attacco deliberato contro degli operatori umanitari.

MSF ha lavorato continuativamente in Somalia per oltre 16 anni e sta attualmente fornendo cure mediche in 11 regioni del paese. Nel corso del 2007, MSF ha aperto molti nuovi progetti in risposta agli enormi bisogni medici e umanitari causati dal continuo conflitto. Le equipe mediche hanno eseguito oltre 2500 operazioni chirurgiche, 520mila consultazioni e hanno ricoverato circa 23mila pazienti negli ospedali.
 

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