Somalia: violenti scontri a Mogadiscio

Mogadiscio/Roma – Una nuova ondata di scontri che infuria nella capitale somala Mogadiscio ha causato numerosi feriti e costretto migliaia di civili a fuggire.

Nella zona nord di Mogadiscio, Medici Senza Frontiere (MSF) è stata costretta a chiudere una clinica a Yaqshid perché la sicurezza del proprio personale sul posto era in pericolo. Anche gli abitanti della zona sono fuggiti dai pesanti combattimenti. Appena verranno ristabilite le condizioni di sicurezza minime, MSF riaprirà questo centro di salute per continuare le attività mediche.

In una sola settimana, da venerdì 8 maggio, il team medico di MSF ha curato 112 feriti da arma da fuoco nell’ospedale a Daynile, nella periferia della capitale. Tra questi oltre un terzo erano donne e bambini sotto i 14 anni.

“Vista la scarsità di centri di salute accessibili in Somalia, è fondamentale che le persone possano accedere a quelle ancora funzionanti,” dichiara Alfonso Laguna, Capo Missione MSF in Somalia.

Mentre di recente i civili hanno cominciato a rientrare a Mogadiscio, migliaia di famiglie hanno lasciato di nuovo la città alla ricerca di zone più sicure. Molti si sono stabiliti nei campi presso Daynile e lungo la strada per Afgooye, città 30 km a sud ovest della capitale. MSF lavora in queste aree dal 2007, fornendo 15 milioni di litri d’acqua all’anno e generi di prima necessità ma è necessario per l’organizzazione estendere rapidamente la distribuzione ai nuovi sfollati nelle zone di Daynile e Hawa Abdi.

Molti sfollati hanno abbandonato tutti i propri averi proprio nel periodo della stagione delle piogge. Le condizioni di vita precarie nelle zone sovraffollate possono diventare molto rischiose per la salute e causare infezioni respiratorie ed epidemie.

MSF si appella a tutte le parti coinvolte nel conflitto affinché rispettino e salvaguardino l’incolumità delle strutture sanitarie, del personale medico e dei pazienti.

MSF chiede inoltre che le parti in conflitto rispettino la neutralità delle strutture mediche e che MSF abbia la possibilità di continuare ad assistere i feriti e i malati a prescindere dal loro credo politico, religioso o militare.

MSF sottolinea ancora una volta l’impegno e la determinazione dello staff somalo nel lavorare per assicurare a tutti i pazienti, nonostante i grandi rischi, l’assistenza medica necessaria.

MSF lavora in Somalia dal 1991. A Mogadiscio MSF gestisce progetti di assistenza medico-chirurgica nei distretti di Yaqshid (chiusa momentaneamente), Abdul Aziz, Karaan e a Daynile, Balcad, Jowhar e Hawa Abdi. Nel 2008 lo staff di MSF in Somalia ha svolto più di 800mila visite mediche ed eseguito oltre 2.700 interventi chirurgici, di cui 1.239 a causa della violenza. MSF è nel Sud della Somalia la principale organizzazione che fornisce assistenza medica gratuita, occupandosi di assistenza primaria, malnutrizione e assistendo gli sfollati. MSF distribuisce acqua e generi di prima necessità in 9 regioni. A causa della mancanza di sicurezza per lo staff, MSF attualmente non lavora con operatori internazionali.

 

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