Sri Lanka: Medici Senza Frontiere si ritira dalla penisola di Jaffna. Sospese tutte le attività mediche.

 

In seguito alla ripresa della violenza e dei combattimenti nel 2006, Medici Senza Frontiere (MSF) è tornata in Sri Lanka per fornire assistenza medica alla popolazione vittima della guerra. Circa 200mila persone sono dovute fuggire a causa delle violenze a partire dal mese di agosto. Sebbene il Ministero della Salute abbia chiesto a MSF di fornire assistenza a diversi ospedali nel nord, le nostre equipe hanno dovuto sospendere le loro attività mediche e hanno dovuto ritirarsi dal solo ospedale dove potevano lavorare, a Point Pedro, nella penisola di Jaffna.

MSF ha iniziato a lavorare in Sri Lanka nel 1986, fornendo assistenza medica alle popolazioni colpite dal conflitto, lavorando negli ospedali e con un programma di cliniche mobili sia nelle zone sotto il controllo del governo, sia in quelle sotto il controllo dell’LTTE (Liberation Tigers of Tamil Eelam). Nel corso del 2003 e del 2004, con il miglioramento della situazione e la speranza di una fine del conflitto, MSF ha gradualmente chiuso i suoi programmi.

 

Nei mesi immediatamente successivi allo tsunami, MSF è tornata una prima volta in Sri Lanka. E una seconda volta è tornata quest’anno di fronte alla ripresa della violenza e dei combattimenti.

Il dottor Rowan Gillies, presidente internazionale di MSF, e il dottor Guillermo Bertoletti, direttore delle operazioni di MSF a Parigi, si sono recentemente recati in Sri Lanka per cercare di trovare una soluzione all’attuale situazione che ha provocato la sospensione delle attività di MSF. Il dottor Bertoletti spiega le ragioni per cui abbiamo sospeso le nostre attività e fa il punto sulla situazione in seguito alla sua visita.

 

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