Sri Lanka in una situazione di continua violenza MSF apre 3 progetti chirurgici.

 

Durante gli ultimi 9 mesi, Medici Senza Frontiere (MSF) ha cercato di fornire assistenza medica alla popolazione che vive nelle zone colpite dal conflitto. A luglio 2006, MSF aveva aperto un progetto medico all’ospedale di Point Pedro nel nord del paese, ma era stata costretta a chiudere due mesi dopo a causa di restrizioni ai visti d’ingresso e false accuse nei confronti di MSF apparse sui media. MSF ha ora avuto il permesso di ritornare nel nord del paese, e ha inviato 3 equipe di chirurgi negli ospedali a Point Pedro, a Vavuniya e a Mannar. Gwenola François, coordinatrice di MSF a Point Pedro, descrive la situazione da quando è arrivata lo scorso dicembre.

Cosa sta facendo MSF in questo momento all’ospedale di Point Pedro?
Quando siamo tornati all’ospedale di Point Pedro il 21 dicembre non c’era il chirurgo, non c’era l’anestesista e nessun medico specializzato in urgenze: tutto questo per una popolazione di 150mila persone che vivono in una zona di conflitto armato. Il personale dell’ospedale attendeva il nostro arrivo e siamo quindi stati in grado di iniziare a operare il giorno successivo. Fino a ora il nostro chirurgo ha effettuato 40 operazioni, soprattutto d’urgenza, oltre a molti altri interventi minori. Anche il nostro anestesista lavora con il personale dell’ospedale nei dipartimenti di ginecologia e ostetrica, dove, dal giorno del nostro arrivo, sono stati effettuati 50 interventi, la maggior parte cesarei.

Le nostre due priorità nell’ospedale in questo momento sono riparare le due macchine per l’ossigeno e fare arrivare un dottore per il pronto soccorso. In questo modo saremo in grado di ridurre il numero di trasferimenti all’ospedale di Jaffna, che non è lontano da Point Pedro ma che rappresenta sempre un rischio per il paziente. I trasferimenti sono sempre più difficili da organizzare di notte durante il coprifuoco, e potrebbero essere molto complicati se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare.

Quali sono le condizioni generali nella penisola di Jaffna?
Il conflitto ha praticamente tagliato fuori la penisola dal resto del paese dallo scorso anno quando la principale autostrada è stata chiusa. Circa 500mila persone vivono in questa enclave, molti di loro con scorte che vanno esaurendosi, poiché il commercio non è più possibile. L’accesso alla penisola è possibile unicamente via aereo e via mare, e di conseguenza la maggior parte dei rifornimenti avviene con barche, che tuttavia possono impiegare mesi per giungere. In caso di ritardi nel rifornimento di cibo o altri generi di prima necessità, la situazione può rapidamente deteriorarsi.

C’è anche molta violenza nella penisola: i combattimenti tra le forze governative e le Tigri Tamil, così come gli omicidi e le granate, hanno spinto molte persone a fuggire. Di conseguenza, molti specialisti medici sono fuggiti a Colombo, e nessun altro vuole venire nella penisola a sostituirli. Per esempio, c’è un solo pediatra per i quasi 500mila abitanti dell’intera penisola.

Com’è cambiata la situazione rispetto a ottobre, quando MSF era a Point Pedro?
Prima che MSF se ne andasse a ottobre 2006, c’erano stati pesanti combattimenti a Point Pedro e nei dintorni, e questo non è cambiato: esplosioni di mine o di granate e omicidi continuano ad avvenire regolarmente. Tutti devono tornare a casa prima del coprifuoco entro le 17 o le 19 a seconda dei giorni, quindi tutti i negozi chiudono alle tre del pomeriggio. D’altro canto, la situazione delle scorte alimentari è migliorata durante le ultime settimane, poiché sono recentemente arrivate a Point pedro alcune navi con generi alimentari di prima necessità come lenticchie, riso e patate. L’arrivo del cibo ha abbassato un poco i prezzi sul mercato, in precedenza molto elevati.

Questa situazione potrà durare ancora qualche giorno, finché le scorte si esauriranno e i rifornimenti rischiano di peggiorare nuovamente. In termini generali, la calma relativa che regna in questo momento a Point Pedro può cambiare molto, molto rapidamente. Lo scorso fine settimana combattimenti nel porto di Point Pedro hanno ucciso una madre e ferito i suoi due bambini, il che dimostra quanto sia precaria la situazione per la popolazione. Finché non ci sarà un cessate il fuoco duraturo, penso che il nostro lavoro qui sia assolutamente necessario per potere fornire cure mediche specialistiche a una popolazione che sta attraversando una crisi molto difficile.

 

 

 

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