Stupri e violenze sessuali in corso in Darfur.

Nel Darfur, devastato dalla guerra continua l'alta incidenza di stupri e violenze sessuali ai danni di donne e adolescenti, secondo un rapporto pubblicato oggi da Medici Senza Frontiere (MSF). Le storie delle donne vittime degli stupri, raccolte da MSF, danno un quadro spaventoso delle violenze quotidiane perpetrate in Darfur, che hanno determinato quasi due milioni di profughi.

Da ottobre 2004 a metà febbraio 2005, i medici di MSF hanno curato quasi 500 donne e adolescenti stuprate in numerose località del Darfur meridionale e occidentale. MSF ritiene che questi numeri rispecchino solo in parte il numero reale delle vittime perché molte donne sono restie a denunciare l'accaduto o a chiedere di essere curate. Quasi un terzo (28%) delle donne stuprate in cura da MSF ha riferito di essere stato stuprato più di una volta, da uno o più assalitori. In oltre la metà dei casi, lo stupro è stato accompagnato da ulteriori abusi fisici. Le donne hanno raccontato a MSF di essere state percosse con bastoni, fruste o asce prima, durante e dopo lo stupro. Al momento dell'aggressione, alcune delle donne stuprate si trovavano in evidente stato di gravidanza, dal quinto all'ottavo mese.

La maggioranza delle superstiti degli stupri e delle violenze sessuali raccontano a MSF che le aggressioni avvengono quando le donne lasciano la relativa sicurezza dei villaggi e dei campi profughi per portare avanti le attività indispensabili per la sopravvivenza delle famiglie, come cercare legna per il fuoco o l'acqua.

L'81% delle donne stuprate curate da MSF ha riferito di essere stato assalito da milizie o da militari che hanno usato le armi per costringerle alla violenza. In Darfur, come in altre aree in conflitto, lo stupro è stato uno strumento di guerra, continuo e deliberato. Viene utilizzato per destabilizzare e minacciare una parte della popolazione civile, spesso un gruppo in particolare.

In Darfur le donne e i bambini che subiscono lo stupro e la violenza sessuale, anziché ricevere cure mediche e psicosociali adeguate, devono spesso affrontare l'emarginazione e la stigmatizzazione. In alcuni casi, le vittime dello stupro sono perfino state messe in prigione mentre i responsabili del crimine restano impuniti, il che va ad aggiungersi a una spaventosa situazione di abbandono e di abuso.

"Malgrado le sue devastanti conseguenze, lo stupro in Darfur e in altre zone di conflitto non ha ricevuto l'attenzione che le dimensioni del crimine o la gravità del suo impatto richiedono" ha detto Kenny Gluck, responsabile delle operazioni di MSF ad Amsterdam. "Questo deve cambiare. È ora di far cessare questo crimine efferato, che è un'aperta violazione del diritto internazionale umanitario. I responsabili devono essere perseguiti e non tollerati".

MSF esorta il governo locale e gli altri operatori sanitari del Darfur, come altrove, a garantire cure complete e adeguate alle vittime della violenza sessuale e a promuovere la cessazione della stigmatizzazione ed emarginazione delle vittime dello stupro.

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