L’ospedale di MSF a Old Fangak è stato colpito il 3 maggio da un attacco aereo: due elicotteri hanno bombardato la farmacia dell’ospedale e, poche ore dopo, un drone ha colpito il mercato cittadino. Almeno 7 morti e 20 feriti. MSF condanna fermamente l’attacco.
Farmacia MSF distrutta, 1 paziente e 2 operatori sanitari feriti. In totale 7 morti e 20 feriti.
La dichiarazione di Mamman Mustapha, capomissione di MSF in Sud Sudan
Alle 8 del mattino abbiamo assistito circa 20 feriti nel nostro ospedale di Old Fangak, di cui 4 in condizioni critiche. Ci sono segnalazioni di altri morti e feriti nella comunità. Un paziente e 2 operatori sanitari, tra cui uno dei nostri collaboratori, che si trovavano già all’interno dell’ospedale sono rimasti feriti nel bombardamento; i pazienti che non erano in condizioni critiche sono fuggiti dalla struttura. Il bombardamento del nostro ospedale a Old Fangak ha causato danni ingenti, tra cui la distruzione totale della farmacia che è stata rasa al suolo. Qui erano conservate tutte le nostre forniture mediche per l’ospedale, compromettendo gravemente la nostra capacità di fornire cure. Condanniamo con forza questo attacco, che è avvenuto nonostante la geolocalizzazione di tutte le strutture di MSF – compreso l’ospedale di Old Fangak – fosse stata comunicata a tutte le parti in conflitto. L’ospedale di Old Fangak è l’unico ospedale della contea di Fangak e serve una popolazione di oltre 110.000 persone, che già avevano un accesso estremamente limitato all’assistenza sanitaria. Stiamo ancora valutando l’entità dei danni e l’impatto sulla nostra capacità di fornire assistenza, ma questo attacco significa chiaramente che ora le persone saranno ancora più isolate e non potranno ricevere cure salvavita. Chiediamo a tutte le parti in conflitto di proteggere i civili e le infrastrutture civili, compresi gli operatori sanitari, i pazienti e le strutture sanitarie. Gli ospedali non devono mai essere presi di mira e la vita dei civili deve essere protetta”. M.M.
Questo è il secondo attacco contro una nostra struttura nell’ultimo mese in Sud Sudan, dopo che l’ospedale di Ulang è stato saccheggiato da decine di uomini a mano armata il 14 aprile, privando l’intera popolazione della contea di Ulang dell’accesso all’assistenza sanitaria secondaria.