Tagikistan. C’è aria di festa nel giardino del nostro ospedale

Siamo a Dushanbe, la capitale del Tagikistan. Nel giardino dell’ospedale pediatrico per la cura della tubercolosi c’è aria di festa: palloncini e festoni sono appesi, sedie sistemate, cibo e bevande sono pronti. Pian piano il giardino si riempie con i pazienti e i loro parenti, personale medico dell’ospedale e staff di MSF. Tutti aspettano l’ospite d’onore: oggi Mijgona compie 18 anni.

Mijgona era affetta da tubercolosi multiresistente (MDR–TB). È la prima paziente completamente guarita grazie al progetto di MSF in Tagikistan. “Questo è un giorno felice – afferma la Coordinatrice del progetto, Beatrice Lau – un giorno memorabile. Il trattamento per la MDR-TB è difficile e lungo. Siamo molto fieri di Mijgona e della sua tenacia.”

Quando Mijgona arriva alla festa, è accolta da una pioggia di auguri e congratulazioni, visibilmente a disagio per tutti gli elogi ricevuti. Ma è entusiasta della festa e soprattutto del motivo per il quale è stata organizzata. “Sono stata ricoverata nel 2011, avevo febbre, nausea e tossivo sangue. Ero molto preoccupata. Ma sembra passato tanto tempo da allora.” Anche la madre di Mijgona è d’accordo. “La differenza è evidente. Mijgona era molto malata, era una persona diversa allora. Il trattamento è stato duro, ha sofferto molto.”

Il trattamento per la MDR-TB è estenuante: ogni giorno il paziente riceve un’iniezione molto dolorosa e deve prendere fino a 20 pillole. Le medicine sono spesso accompagnate da una serie di effetti collaterali. “Avevo un terribile mal di testa, e dolore allo stomaco e alle gambe” dice Mijgona. “Potevo a mala pena camminare. Avevo la nausea e vomitavo spesso. Mi sentivo così debole.”

“All’inizio non sapevo neanche cosa fosse la tubercolosi”, continua, “Ero malata, ma cosa avevo? Non sapevo se ci fosse una cura per me. Avevo paura, soprattutto quando ho iniziato a tossire sangue. Solo quando ho preso le prime medicine e mi sentivo un po’ meglio, ho cominciato a credere di poter guarire.”

Oltre ai problemi medici, Mijgona ha dovuto affrontare anche le conseguenze sociali della sua malattia. Era ancora un’adolescente, infatti, e non poteva andare a scuola, né vedere i suoi amici. Si sentiva spesso sola. Ha trovato conforto nei poemi e nelle canzoni di Rudaki, un poeta persiano vissuto secoli fa su quella terra che adesso è il Tagikistan. “I suoi versi parlano di vita, del rispetto per le persone. Mi rendevano felice.”

Ha ricevuto sostegno incondizionato da sua madre, anche se il trattamento era una sfida anche per lei. È stato difficile vedere sua figlia attraversare un momento così complicato. “Era preoccupata per me” afferma Mijgona “Ma era sempre al mio fianco, e mi ha aiutato giorno dopo giorno. Però dovevo tirarla su di morale e dirle che sarebbe andato tutto bene, nonostante fossi io a essere malata.”

Nonostante le sue preoccupazioni, la madre di Mijgona voleva che la figlia portasse a termine il trattamento. “Alcuni genitori non credono nel trattamento. I loro figli non sopravvivono…Io sono molto grata a MSF. Per la cura, per i farmaci e per il loro sostegno”.

Nel frattempo, la festa è iniziata. Ci sono balli, canti e tante risate. “È un bel giorno” dice Beatrice. “Anche per MSF, Mijgona è la prova che le persone e i bambini affetti da MDR-TB possono essere curati e avere un futuro.”

Mijgona si rivolge ai piccoli pazienti intorno a lei. “Pensavo che non sarei mai stata meglio. Ma le cure e il sostegno che ho ricevuto mi hanno aiutata. Sono guarita adesso. Dovete continuare a credere che guarire è possibile.”

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