Tunto Etiopia

24 luglio 2008 – Senza ombra di dubbio oggi sono più di un migliaio le persone in attesa di fronte al centro ambulatoriale di MSF a Tunto. C’è anche una pioggia battente che cade sulla folla. I bambini, che per la maggior parte sono a piedi nudi, tremano dal freddo.

Di fronte a un mare di ombrelli, David, un medico brasiliano, e Martha, un’infermiera danese, identificano i bambini che rientrano nei criteri del programma contro la malnutrizione. “Stiamo facendo ciò che noi chiamiamo un rapido screening”, spiega David tra due bambini. “Abbiamo identificato i casi di bambini gravemente e moderatamente malnutriti, misurando l’altezza e il perimetro del braccio di ciascuno con un bracciale (MUAC) che usiamo in questi casi. Abbiamo già ammesso più di 100 pazienti questa mattina, ma molti di loro non soddisfano i criteri di ammissione perché non sono severamente malnutriti; loro non capiscono perché non ricevono nulla dal momento che non hanno nulla”.

Nel centro ambulatoriale di Tunto, costruito in un angolo remoto della regione del SNNP, sono stati trattati molti pazienti che soffrono di malnutrizione acuta già da diverse settimane. Ma da ieri, il programma di MSF è stato aperto a bambini affetti da malnutrizione moderata che ricevono razioni di CSB (una miscela di mais e soia), zucchero e olio.

Il lancio di questo “programma nutrizionale supplementare”, che prevede l’assistenza ai moderatamente malnutriti, dà qualche speranza ai molti abitanti di Tunto, come nel caso di Zamane. Due giorni fa, questa giovane donna ha perso suo figlio colpito da malnutrizione grave. Oggi è venuta nella speranza di trovare dei sacchi di cibo. “Siamo affamati”, esclama. “Mio marito è un coltivatore, coltiva mais e zenzero. Il mais è per il consumo della nostra famiglia, mentre lo zenzero lo vendiamo al mercato per raccogliere soldi per coltivare più mais. Ma quest’anno il prezzo dello zenzero è molto basso, mentre il prezzo del mais è fuori dalla nostra portata. Oltre a questo abbiamo attraversato un periodo di siccità. Non ha piovuto per diversi mesi e abbiamo avuto un cattivo raccolto”. La prima pioggia dell’anno, da cui dipendono i piccoli produttori del sud Etiopia, è stata troppo esigua ed è arrivata troppo tardi.

Nella sezione riservata ai gravemente malnutriti, Elfnesh, che ha 4 anni, attende pazientemente tra le braccia di sua madre la sua razione giornaliera di cibo terapeutico. “Mio marito ha sposato un’altra donna e mi ha lasciato sola con i nostri sette figli”, confida Tagesech, la bambina della madre. “Non abbiamo cibo a casa e non ho ricevuto alcun aiuto. A volte i parenti ci aiutano con un po’ di cibo o coltiviamo ensete (pianta locale simile al banano) e caffè in un piccolo lembo di terra, ma non è sufficiente “.

Tra le regioni dell’Oromiya e del SNNP, zone in cui MSF lavora, il quartiere di Hadero, dove si trova Tunto, sembra essere uno dei luoghi più colpiti dalla crisi nutrizionale. I numeri parlano da soli: in meno di due mesi, il programma di MSF ha curato l’11% dei bambini sotto i cinque anni residenti nel quartiere, si tratta di un tasso di malnutrizione acuta davvero inquietante.

Un altro segnale preoccupante è l’aumento del numero di adulti ammessi al programma. Tra di loro c’è Tadwos, un uomo che dimostra molto di più dei suoi 40 anni a causa della malnutrizione. Senza dubbio è stato lui stesso a privarsi di cibo per alimentare sua moglie e i suoi sei figli. Per tre settimane è stato sottoposto a trattamento medico ricevendo cibo terapeutico oltre ad una razione di mais, soia e olio. “Oltre a queste razioni non avevamo nulla da mangiare. I prezzi del mercato sono troppo cari per poter acquistare il cibo. Due volte ho ricevuto 50 kg di aiuti alimentari da parte del governo, ma sapete, non è sufficiente per una famiglia grande come la mia. Spero che con l’aiuto di Dio, il raccolto futuro sarà migliore e la mia vita potrà così migliorare”.

Per Tadwos, Tagesech, Zamane, per i loro figli e per molti altri, le piogge che sono cadute oggi sono insufficienti per l’irrigazione dei campi e il prossimo raccolto di mais non si prevede prima di qualche settimana. Fino ad allora continueranno tutti a dipendere dagli aiuti esterni.

 

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