Uganda – MSF aumenta gli aiuti per i rifugiati sud sudanesi

Repubblica

Il flusso di rifugiati verso l’Uganda non mostra segni di diminuzione. Ogni giorno, circa 300 sud sudanesi attraversano il confine per fuggire dall’insicurezza e dalla mancanza di cibo che affliggono il loro paese. Da quando è scoppiato il conflitto tra l’esercito, fedele al presidente Salva Kiir, e le forze che supportano il vice presidente Riek Machar, più di 66.000 sud sudanesi hanno trovato rifugio nel distretto di Adjumani, al nord dell’Uganda.

Dal loro arrivo si sono collocati nel centro di transito di Nyumanzi, che ora è sovraffollato. La capacità del centro è di 3.700 persone, ma oggi i rifugiati sono circa 10.000. Devono aspettare lì prima di essere trasferiti in un campo permanente. Le autorità dell’Uganda stanno allestendo un nuovo campo dove i rifugiati riceveranno il materiale per costruire una capanna e un piccolo appezzamento di terra da coltivare, ma per trovare la terra ci vuole tempo.

Visto il flusso di persone al centro di transito, MSF ha aumentato la sua capacità di azione per fornire più visite mediche, vaccinazioni (incluse quelle contro morbillo e polio) e screening per i bambini che soffrono di malnutrizione.

Chiara Baruzzi, medico di MSF, ricorda uno dei bambini malnutriti, di tre mesi, portato dalla nonna a marzo. La famiglia del bambino era stata attaccata in Sud Sudan ed entrambi i genitori uccisi. “La nonna mi ha detto di essere fuggita quando suo nipote aveva solo sei giorni. Ha camminato, fermandosi lungo il tragitto, e alla fine è arrivata in Uganda, tre mesi dopo. Tutto ciò che aveva per nutrire il neonato erano acqua, zucchero e latte di capra.” Il bambino è stato ricoverato appena arrivato e ha ricevuto un trattamento nutrizionale intensivo. 

Complessivamente, “I tassi di malnutrizione infantile non sono allarmanti, come non lo è la situazione sanitaria” dichiara Ruben Pottier, Capo Missione per MSF in Uganda. Questo riflette le condizioni in entrambi i centri e nei campi permanenti ad Adjumani, dove MSF sta lavorando e ha installato sistema di monitoraggio epidemiologico. Le équipe di MSF stanno anche effettuando visite mediche e screening per la malnutrizione a Nyumanzi (25.000 persone), Ayilo (17.000 persone) e Baratuky (5.000 persone).

Un’area di osservazione è stata installata nel centro di salute di Ayilo: le donne incinte, senza complicazioni, possono partorire lì. A Dzaipi, è stata costruita una struttura per affrontare parti complicati e fornire cure neonatali. Inoltre, MSF ha realizzato un’unità di ospedalizzazione e una clinica. I pazienti che richiedono ospedalizzazione e i bambini affetti da grave malnutrizione che richiedono cure intensive nutrizionali vengono trasferiti in questo ospedale da 40 posti letto

MSF è una delle pochissime organizzazioni mediche presenti in questo campo rifugiati e deve quindi occuparsi di un grandissimo numero di pazienti. Tra gli inizi di gennaio, quando i progetti sono stati lanciati, e i primi di aprile, MSF ha effettuato 20.092 visite mediche e assistito 251 parti. Le malattie principali sono malaria (23% dei casi), infezioni respiratorie, morbillo, meningite e malattie diarroiche. Ad ogni modo, con l’avvicinarsi della stagione delle piogge, i casi di diarrea e malaria potrebbero aumentare bruscamente.

La presenza di MSF in Sud Sudan

MSF ha fornito assistenza medico umanitaria per 30 anni nelle zone che oggi costituiscono il Sud Sudan. Prima dell’attuale crisi, MSF ha lavorato a circa 12 progetti in 8 dei 10 stati del Sud Sudan, fornendo una serie di servizi sanitari incluse cure ambulatoriali e ricoveri, supporto nutrizionale, servizi di salute riproduttiva, trattamento per il kala azar, chirurgia e cure pediatriche e ostetriche. Dopo gli scontri scoppiati a Juba il 15 dicembre 2013, e poi in altri stati, MSF ha aumentato la sua capacità di risposta all’emergenza relativa ai bisogni medici del paese. Le équipe di MSF adesso stanno lavorando a 21 progetti in 9 dei 10 stati del Sud Sudan, fornendo assistenza medica di base, supporto nutrizionale, chirurgia, vaccinazioni, e acqua potabile alle persone che sono fuggite dalle loro case. MSF è impegnata a fornire cure mediche salvavita in Sud Sudan, offrendo aiuto alle persone colpite dall’attuale crisi così come a molti altri che sono vulnerabili a causa della mancanza di accesso all’assistenza sanitaria nel paese e nella regione, Kenya, Etiopia e Uganda, dove ha installato 4 progetti di emergenza per i migliaia di Sud Sudanesi che si sono rifugiati lungo i confini.

Dal 15 dicembre, quando sono scoppiate le ostilità, ad oggi: 

  • 207.785 visite ambulatoriali effettuate, di cui 84.980 a bambini al di sotto dei 5 anni
  • 7.820 persone ricoverate, di cui 4.722 bambini al di sotto dei 5 anni 
  • 4.486 parti
  • 1.786 persone curate per ferite di guerra
  • 1.572 interventi chirurgici

Più di 322 operatori internazionali sono sul campo e lavorano con 3.364 colleghi sud sudanesi. Inoltre, 76 operatori internazionali forniscono supporto alle operazioni di MSF in Sud Sudan dai paesi vicini. MSF chiede alle parti di rispettare l’integrità delle strutture mediche, di permettere alle organizzazioni di aiuti di accedere alle comunità colpite, e di permettere ai pazienti di ricevere cure mediche a prescindere dalle loro origini o dalla loro etnia. 

 
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