I governi raggiungano un accordo sulla sospensione dei brevetti durante la pandemia

I governi raggiungano un accordo sulla sospensione dei brevetti durante la pandemia

In vista dell’importante incontro che si terrà oggi e domani all’Organizzazione Mondiale del Commercio e alla luce del recente aumento dei casi di Covid-19, esortiamo tutti i paesi a collaborare per raggiungere un accordo sulla proposta di India e Sudafrica al fine di sospendere la proprietà intellettuale su alcuni prodotti salvavita durante la pandemia.

La proposta per la sospensione della proprietà intellettuale, se adottata, consentirebbe ai paesi di non concedere brevetti o e altre forme di esclusività che impediscano la produzione e la fornitura di strumenti medici per la lotta al Covid-19, e faciliterebbe una maggiore collaborazione per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di questi strumenti senza i vincoli imposti da interessi commerciali.

I governi non possono lasciarsi sfuggire questa occasione storica che permetterebbe di evitare il ripetersi della dolorosa lezione che abbiamo ricevuto dalla lotta all’epidemia di HIV/AIDS. Questa proposta è un’opportunità per tutti i paesi per superare le barriere legali e massimizzare la produzione e la fornitura degli strumenti medici necessari per il trattamento e la prevenzione del Covid-19. Yuan Qiong Hu Coordinatore della Campagna per l’Accesso ai Farmaci di MSF

Abbiamo raccolto le storie di cinque pazienti che testimoniano come un brevetto possa fare la differenza nella vita delle persone.

Quattro di loro stanno ancora lottando, una non ce l’ha fatta, perché un regime di monopolio tutelato dai brevetti rende i farmaci salvavita inaccessibili a molte persone in paesi a basso reddito.

Le storie

Charles Sako ha scoperto di essere sieropositivo nel 2003, pensava di morire perché gli antiretrovirali erano venduti a prezzi altissimi (10mila dollari all’anno per paziente) ma grazie a un movimento globale che ha lottato per la produzione di farmaci generici il prezzo attuale è inferiore ai 70 dollari annuali a persona.

26 milioni di persone oggi sono vive grazie alla lotta di questi attivisti tra cui Charles, ora orgogliosamente padre di cinque bambine e marito di Noel.

A Tobeka Daki, in Sudafrica, è stato diagnosticato un cancro al seno nel 2013, e lei ha lottato a lungo per ottenere per sé stessa ed altre donne un farmaco, il trastuzumab, troppo costoso perché protetto da brevetto. Ha perso la sua battaglia nel 2016 ma un movimento di protesta scatenato dalla sua morte ha spinto il governo sudafricano a rendere questo farmaco disponibile nella sanità pubblica e a commercializzare nel 2019 una nuova versione a prezzo ridotto, mentre ulteriori versioni equivalenti sono in produzione.

Din Savorn ha scoperto di avere l’Epatite C nel 1999 ma non poteva permettersi il farmaco innovativo della Gilead che avrebbe trattato la sua patologia, poiché avrebbe dovuto vendere la casa per pagare le cure, lasciando la sua famiglia senza un tetto. Ha semplicemente aspettato ed è riuscito a curarsi gratuitamente soltanto grazie all’aiuto dei nostri team. Purtroppo, la maggior parte delle persone affette da Epatite C in Cambogia continua a non avere accesso a questa cura.

 

La piccola Janey è immune ad alcune gravi forme di infezione grazie al vaccino anti-pneumococcico, ma milioni di bambini nel mondo non lo sono perché il brevetto su questo vaccino impedisce lo sviluppo di versioni generiche a prezzi più bassi.

Nadita Venkatesan ha perso l’udito a causa di un effetto collaterale di un vecchio farmaco contro la tubercolosi perché la bedaquilina, un farmaco più recente ed efficace, è troppo costoso per lei.

Nandita è diventata un’attivista in India e nel mondo affinché tutte le persone come lei non debbano scegliere tra la morte o pesanti effetti collaterali di terapie per le quali non c’è alternativa meno tossica che sia economicamente accessibile. Il brevetto imposto da J&J di fatto bloccherà in India la produzione di versioni più economiche fino al 2027.

Difendere i monopoli significa difendere i profitti prima delle vite

Anche in una pandemia le aziende farmaceutiche perseguono un approccio orientato a massimizzare i profitti. Negli ultimi mesi alcuni studi hanno dimostrato come la proprietà intellettuale abbia ostacolato o ostacolerà la produzione e la fornitura di strumenti medici e diagnostici, cure e vaccini necessari per rispondere alla pandemia.

Ad esempio, a causa della proprietà intellettuale su macchinari e reagenti, il Sudafrica ha avuto difficoltà ad approvvigionarsi dei reagenti chimici necessari per i test diagnostici contro il Covid-19.

Allo stesso modo, in Italia, i titolari dei brevetti hanno minacciato di azioni legali per violazione di brevetto i produttori di valvole per ventilatori prodotte con stampanti 3D.

Affidarsi alla bontà o alla beneficienza delle aziende non è una soluzione. Diverse volte abbiamo appurato come l’industria farmaceutica sia disposta a proteggere i propri brevetti e profitti, anche a fronte di un altissimo prezzo in vite umane. Non possiamo permettere che farmaci, test e vaccini anti Covid-19 siano un lusso per pochi: devono essere accessibili a tutti, ovunque, e per questo è fondamentale sospendere i brevetti e la proprietà intellettuale. Felipe de Carvalho Coordinatore della campagna Accesso ai Farmaci in Brasile

L’industria farmaceutica e altri soggetti che si oppongono a questa proposta stanno rilasciando affermazioni fuorvianti dichiarando che la proprietà intellettuale ha consentito il progresso di farmaci e vaccini anti Covid-19.

In realtà, la ricerca è stata possibile grazie a risorse pubbliche e finanziamenti filantropici con l’investimento di miliardi di dollari per sostenere la ricerca e lo sviluppo di strumenti medici per combattere il Covid-19.

Inoltre, i governi, gli operatori sanitari, i pazienti, le persone guarite dal Covid-19 e la società civile hanno contribuito enormemente ai test clinici e ad altre attività di ricerca e sviluppo per terapie e vaccini.

Nonostante tutto, molte aziende farmaceutiche stanno cercando di commercializzare e monopolizzare queste scoperte scientifiche rese possibili da finanziamenti pubblici provenienti da tutto il mondo.

Difendere il monopolio significa non considerare i farmaci e i vaccini contro il Covid-19 beni pubblici mondiali. In questo momento storico senza precedenti, i governi dovrebbero collaborare per l’interesse comune in tutto il mondo. Yuan Qiong Hu Coordinatore della Campagna per l’Accesso ai Farmaci di MSF

Da ottobre circa 100 paesi hanno accolto la proposta

Swaziland, Kenya, Mozambico, Pakistan e Bolivia hanno ufficialmente accolto la proposta. Da ottobre, dall’inizio dei colloqui al Consiglio TRIPS dell’OMC, circa 100 paesi hanno accolto o sostenuto completamente la proposta ma alcuni – tra cui i paesi dell’Unione Europea, Australia, Brasile, Canada, Giappone, Norvegia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti – negano il supporto necessario per raggiungere il consenso sulla proposta. Alcuni di questi paesi sono noti per aver sostenuto gli interessi delle loro aziende farmaceutiche attraverso una convinta difesa del sistema di proprietà intellettuale.

Condividi con un amico