Vietato l’ingresso a Medici Senza Frontiere nel Centro di identificazione per richiedenti asilo di Borgo Mezzanone

La prefettura equipara i centri di accoglienza ai Cpt

Roma, 27 maggio 2004 – Il Ministero degli Interni, attraverso le Prefetture di Lecce e di Foggia, ha negato ai volontari dell'associazione umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere (MSF) il permesso di accedere ai Centri di Identificazione per richiedenti asilo di Otranto e di Borgo Mezzanone.

Il rifiuto arriva a poche settimane dall'estromissione dell'associazione umanitaria dal Centro di permanenza temporanea di Lampedusa e a quattro mesi dalla presentazione di un rapporto in cui MSF denunciava carenze e violazioni nei Centri di permanenza temporanea e di identificazione per immigrati. Dalla presentazione del Rapporto il ministero dell'Interno ha tagliato ogni comunicazione con l'associazione Premio Nobel per la Pace.

Ufficialmente il diniego all'ingresso dei volontari di MSF nei due Centri è giustificato ai sensi di quanto disposto dall'articolo 21, comma 7 del DPR 394/99. "Si tratta di un fatto gravissimo – spiega Loris De Filippi, capomissione di MSF in Italia – perché la normativa invocata si riferisce esclusivamente ai Cpt, vale a dire ai Centri creati per il trattenimento degli stranieri non in regola con le norme sul soggiorno in Italia e destinatari di provvedimenti di espulsione. Quelli di Otranto e di Borgo Mezzanone non sono Cpt, ma Centri di identificazione. I Centri di identificazione hanno finalità completamente diverse dai Cpt e sono stati introdotti dalla legge Bossi-Fini per accogliere e identificare gli stranieri che arrivano in Italia in fuga da guerre e persecuzioni e che vogliono presentare domanda di asilo nel nostro Paese. L'assimilazione ufficiale dei centri di identificazione ai Cpt è un precedente davvero preoccupante".

Dal 1999 i volontari di Medici Senza Frontiere hanno visitato regolarmente i due Centri al fine di monitorare gli standard di accoglienza per i richiedenti asilo e di raccogliere dagli ospiti informazioni circa la situazione nei Paesi di provenienza, Paesi in cui spesso MSF gestisce progetti di assistenza medica e umanitaria. "Fino alla presentazione del Rapporto sui Cpt – spiega Giuseppe De Mola, responsabile delle attività di MSF nel sud Italia – le nostre richieste di accesso al Centro hanno sempre avuto esito positivo. Purtroppo già nel rapporto presentato in gennaio avevamo paventato il rischio di un assimilazione dei Centri di identificazione ai CPT, in particolare proprio riguardo il centro di Otranto dove sono regolarmente accolti, in regime di trattenimento, richiedenti asilo e stranieri irregolari in attesa di notifica di provvedimento di espulsione e di trasferimento nel vicino Cpt “Regina Pacis”. Negare a MSF l’autorizzazione all’ingresso a Borgo Mezzanone è perfino paradossale perché gli ospiti del centro, al rilascio del primo permesso di soggiorno per “richiesta asilo”, sono liberi di entrare e uscire dalla struttura, e molte associazioni locali sono state autorizzate all’ingresso dalla stessa Prefettura di Foggia”.

Per queste ragioni MSF, considerata l’ assenza di regolamento di attuazione della legge 189/2002 che disciplinerebbe il funzionamento e la predisposizione dei Centri di Identificazione, chiede

a) sulla base di quale normativa sono stati istituiti i Centri di Identificazione di Otranto e di Borgo Mezzanone;

b) di rendere note le modalità di gestione dei due Centri con particolare riferimento alle modalità di accesso da parte di organizzazioni umanitarie (per altro previsto per gli stessi CPT).

Per maggiori informazioni:
Chiara Bannella – Ufficio stampa MSF – Italia
Tel +39 O6 44869255

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