Yemen 29 morti nell’’ennesima tragedia nel golfo di Aden

Sanaa/Roma, 10 settembre 2008 – Un’equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) ha trovato ieri 8 cadaveri sulla spiaggia di Wadi Al-Barak, in Yemen (30 km a est di Ahwar). Si tratta di migranti morti nel tentativo di attraversare il Golfo di Aden, tappa obbligata per coloro che fuggono dai conflitti e dalla povertà estrema del Corno d’Africa. Durante il resto della giornata altri 21 cadaveri sono stati trascinati dalle onde sulla costa, portando a 29 il totale dei morti. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, altre 10 persone sarebbero morte durante la traversata.

Alle 4 e trenta del mattino, il team di MSF presente in Yemen è stato allertato perché era in corso un nuovo sbarco di migranti, il settimo in nove giorni. Quando il team ha raggiunto la spiaggia, ha trovato un gruppo di sopravvissuti e 8 cadaveri. I sopravvissuti hanno raccontato agli operatori di MSF che la loro barca era arrivata in piena notte e si era fermata lontano dalla costa in acque profonde. I migranti sono stati costretti sotto minaccia a tuffarsi in acqua. La maggior parte di coloro che sono morti non sapeva nuotare.

Secondo quanto riferito dai sopravvissuti i trafficanti sono stati estremamente brutali. In base alle loro testimonianze fino a 10 persone sono morte durante la traversata: diverse per asfissia e tre, tra cui 2 bambini, sono stati gettati in mare. Circa 120 persone erano sulla barca all’inizio del viaggio.

Un rifugiato ventitreenne di Mogadiscio ha raccontato:

“I trafficanti ci avevano promesso a Bossaso (Somalia) che saremmo stati trasportati in Yemen in piccoli gruppi con barche nuove e veloci e con viveri. Il battello era invece vecchio. Ci hanno puntato addosso le loro armi e siamo stati costretti a saltare dentro. Eravamo in 120 stipati nella barca, il viaggio è durato 2 giorni. Non abbiamo ricevuto né cibo né acqua. Diverse persone sono morte per asfissia, alcuni sono stati gettati in mare, inclusi 2 bambini. Ci hanno percosso pesantemente con le loro cinte. Uno dei contrabbandieri ha gettato benzina su di noi mentre ci mostrava il suo accendino.”

Dopo le prime attività di soccorso sulla spiaggia effettuate dall’equipe di MSF, i rifugiati sono stati trasferiti nel centro di accoglienza di Ahwar, dove MSF fornisce assistenza medica e consulenza.

“I terribili casi del 2007 si stanno ripetendo nuovamente”, dichiara Alfonso Verdú, capo missione di MSF nello Yemen. “Una donna ha perso i suoi 3 bambini piccoli. Un giovane etiope ha raccontato che suo nonno di 70 anni è stato gettato in mare di notte, e la mattina seguente è stato recuperato il suo corpo esanime. Molti dei migranti ci hanno detto di non avere altra scelta, fuggire dalle violenze e dalla povertà della Somalia e dell’ Etiopia è l’unica possibilità per sopravvivere nonostante i pericoli del viaggio. Ci aspettavamo un massiccio arrivo di rifugiati e di migranti – gli arrivi del 2008 sono il doppio rispetto a quelli del 2007. Ma non solo i numeri sono aumentati: la violenza è triplicata dall’inizio di settembre. “

MSF ha iniziato a fornire assistenza medica e umanitaria ai rifugiati e ai migranti in arrivo sulla costa yemenita dei governatorati di Abyan e Shabwa nel settembre 2007. Nel corso del 2008, MSF ha fornito assistenza a più di 3800 persone, 580 delle quali nel solo mese di settembre.

Nel giugno 2007 MSF ha pubblicato un rapporto intitolato “No Choice” per documentare le condizioni di viaggio dei migranti e per chiedere un aumento dell’assistenza per le migliaia di rifugiati, richiedenti asilo e migranti che fuggono dai loro paesi d’origine.

 

Scarica il rapporto di MSF “No Choice”

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