Yemen: sempre più pazienti nell’ospedale di Haydan

Yemen: sempre più pazienti nell’ospedale di Haydan

Quando Um Ayman ha iniziato ad avere dolore allo stomaco, non pensava che fosse l’inizio del travaglio perché non era ancora arrivata ai nove mesi di gravidanza.

È andata dall’unico medico del suo villaggio, un luogo isolato, vicino sia al confine saudita che al fronte, dove le truppe saudite e yemenite affrontano i combattenti di Ansar Allah.

Il dottore mi ha detto che non era il momento per me di partorire e mi ha dato dei liquidi. Ma poi mi si sono rotte le acque”. Um Yaman Paziente MSF

Ha trascorso tre giorni a casa cercando di partorire prima che la sua famiglia riuscisse a racimolare i soldi per il viaggio in macchina di cinque ore verso Haydan.

Lì, il personale dell’ospedale di MSF ha scoperto che il suo bambino era disteso orizzontalmente nell’utero, anziché verso il basso. Il bambino era morto durante il travaglio e Um Ayman aveva bisogno di un intervento chirurgico urgente per rimuovere il feto e salvarle la vita.

Storie come quella di Um Ayman sono fin troppo comuni ad Haydan, una città di tradizionali case marroni, campi lussureggianti e rovine di edifici bombardati dagli aerei sauditi. Durante i primi anni della guerra, le case, la scuola femminile della città e persino l’ospedale di MSF sono stati tutti distrutti.

La lontananza e l’inaccessibilità dell’area si intrecciano con i combattimenti ancora in corso, la povertà e un sistema sanitario a malapena funzionante: pochi degli abitanti hanno accesso all’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno. L’ospedale, che MSF ha ricostruito e riaperto nel 2017, è una delle pochissime strutture.

Ci troviamo in quello che potrebbe essere definito un “deserto sanitario. Ci sono pochissime strutture sanitarie e le cose sembrano peggiorare. I nostri ricoveri pediatrici sono aumentati del 45% e il numero di parti del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel complesso stiamo vedendo arrivare da noi a pazienti in condizioni sempre più gravi”. David Charo Kahindi Coordinatore del progetto MSF a Haydan

L’ospedale cura relativamente pochi feriti dei combattimenti, circa 15 al mese. Al contrario, gran parte dell’attività si concentra sui bisogni delle madri e dei loro figli. Il team ha assistito in media a 176 parti e ha ammesso 92 bambini nei reparti ogni mese fin’ora.

I bambini erano per lo più malati a causa di infezioni del tratto respiratorio e diarrea, malattie spesso associate a cattive condizioni di vita. Solo il 40% delle madri che partorisce in ospedale ha potuto accedere alle cure prenatali, il che significa che molte complicazioni non vengono rilevate finché la madre non entra in travaglio, proprio come è successo a Um Ayman.

Alla fine dello scorso anno abbiamo aperto una sala operatoria in ospedale in modo da non dover trasferire pazienti a Sa’ada City. Le persone devono già viaggiare per molte ore per arrivare a Haydan, quindi è bene che possiamo offrire assistenza alle donne che hanno bisogno di un taglio cesareo o che hanno bisogno di altri tipi di chirurgia generale senza che debbano viaggiare ulteriormente”. David Charo Kahindi Coordinatore del progetto MSF a Haydan

Spostarsi è diventato più difficile negli ultimi anni poiché il prezzo del carburante è aumentato e l’inflazione ha ridotto il potere d’acquisto delle persone.

Viviamo a Lower Duweib e ci vogliono sei ore per arrivare qui a Haydan. Il centro sanitario locale ha un solo lavoratore e possono fare solo piccole medicazioni, quindi abbiamo dovuto pagare 100.000 YER ($ 165) per avere un’auto che ci portasse qui”. Hamid Ali

Si tratta di somme astronomiche per le famiglie della regione, la maggior parte delle quali sono agricoltori e pastori, che vivono in un’area pesantemente colpita dal conflitto.

Il conflitto non solo crea bisogni tra le persone che vivono nell’area, ma rende più complicato alle organizzazioni umanitarie rispondere a questi bisogni.

Ottenere il permesso di lavorare in aree vicine alla linea del fronte, come Haydan, è spesso particolarmente difficile a causa della sensibilità di quelle zone e MSF è l’unica organizzazione umanitaria con una presenza permanente nel distretto.

Abbiamo già avviato nuovi servizi e stiamo espandendo ulteriormente l’ospedale ma non possiamo soddisfare tutte le esigenze da soli. Per i bisogni esistenti e per prevenire un ulteriore deterioramento della situazione, abbiamo bisogno che altre organizzazioni si impegnino a fornire servizi qui e che le autorità ne facilitino l’accesso. Senza tutto questo, sempre più persone come Um Ayman soffriranno – e alcune addirittura moriranno – di problematiche mediche prevenibili e curabili. Non possiamo permettere che questo accada”. David Charo Kahindi Coordinatore progetto MSF ad Haydan

 

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