Mal di frontiera

Un’analisi della quotidiana sfida dei migranti in transito a Ventimiglia, frontiera tra Italia ed Europa

Dal 2015 la città italiana di Ventimiglia, vicino al confine con la Francia, è diventata uno dei principali punti di transito per i migranti che cercano di raggiungere un diverso Stato europeo.

Le popolazioni di transito sono particolarmente vulnerabili alla violenza e agli abusi, costrette a vivere in condizioni difficili, sistematicamente esposte a situazioni di privazione e respinte ai confini.

A causa della chiusura delle frontiere da parte di Francia, Austria e Svizzera, più di 20 persone negli ultimi due anni sono morte nel tentativo di attraversare i confini e cresce ovunque il numero di migranti, anche minori non accompagnati, bloccati nelle aree di frontiera, che vivono in insediamenti informali, spesso all’aperto, nei parchi cittadini, lungo le rive dei fiumi, presso le stazioni ferroviarie, con un accesso limitato ai beni essenziali e all’assistenza sanitaria.

Per rispondere ai bisogni di questa popolazione, abbiamo portato la nostra opera e soccorso in molte di queste aree di confine, come Ventimiglia, Como, Gorizia, e condotto a Ventimiglia un’indagine tra i migranti residenti nel centro di transito gestito dalla Croce Rossa, detto Campo Roja, e quelli accampati lungo il greto del fiume Roja, per documentare i tipi di violenza subita da questa popolazione durante il viaggio e durante le fasi di respingimento alla frontiera, le condizioni di vita e l’accesso ai servizi sanitari.

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