Malaria: facciamo chiarezza

Malaria: facciamo chiarezza

Negli ultimi giorni si è parlato molto di malaria, dopo la morte della bambina di 4 anni nell’Ospedale di Trento. Proviamo a fare chiarezza su che tipo di malattia sia la malaria e, soprattutto, su come avvenga il contagio.

Cos’è e come si contrae?

La malaria si contrae attraverso la puntura di una zanzara femmina della famiglia Anofele, infettata a sua volta quando preleva il sangue da un soggetto malarico.  Non è assolutamente possibile il contagio attraverso il contatto con una persona malata o per via aerea.

È importante ricordare che si tratta di una malattia largamente prevenibile e curabile. È, infatti, possibile prevenire l’infezione fondamentalmente attraverso due vie: in primo luogo, la cura dell’ambiente abitativo attraverso l’utilizzo di zanzariere impregnate di insetticida e/o di spray per gli ambienti con insetticida; in secondo luogo, l’utilizzo di farmaci che prevengono la malaria, spesso usati tra i viaggiatori, e consigliati per le donne in gravidanza e per i bambini che sono i soggetti con il più alto rischio di mortalità nelle zone malariche.

La ricerca, nel frattempo, sta andando avanti per avere un vaccino efficace, sicuro e sostenibile economicamente.

D’altra parte, purtroppo, i sintomi della malattia sono molto aspecifici e comprendono: febbre alta, cefalea, vomito, spesso diarrea e brividi di freddo. Se non diagnosticata in tempo, può evolvere in malaria cerebrale portando il paziente al coma e alla morte. Se riconosciuta velocemente e trattata con la giusta terapia, la malaria scompare totalmente e il paziente può guarire in maniera definitiva.

La ricerca sul campo svolta da MSF ha contribuito a provare che la terapia combinata a base di artemisina (Artemisin-based combination therapy, ACT) è la più efficace contro questo tipo di malattia.

La malaria in Italia

I casi di malaria registrati in Italia negli ultimi anni sono stati riscontrati in persone ritornate da viaggi di lavoro o turismo in zone endemiche che, dopo 10-15 giorni di incubazione, hanno sviluppato la malattia. È fondamentale altresì chiarire che la zanzara responsabile dell’infezione non è mai stata riscontrata in Italia.

Escluso che il contagio sia possibile con il solo contatto tra persona a persona o per via aerea, è abbastanza difficile che la zanzara anophele, vettore della malattia, segua una persona migrante nel suo vagare disperato di mesi tra deserto, Libia e Mediterraneo. È quindi facilmente deducibile come non ci sia alcun legame tra fenomeni migratori e casi di malaria in Italia.

Il lavoro di MSF

MSF opera da anni nella battaglia contro la malaria sia nel trattamento (2.5 milioni di persone trattate solo nel 2016) sia con la prevenzione, come avvenuto ad esempio in Mali e Chad nel 2012 dove sono state portate avanti delle campagne su larga scala per i bambini nella stagione a rischio. Io stesso mi trovavo nel 2009 in Congo e nel 2011 in Niger dove numerosi casi di malaria venivano trattati fra le persone sieropositive nel primo caso, e fra i bimbi malnutriti nel secondo.

Saverio, epidemiologo MSF

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