Alessandro Piro

Alessandro Piro

Logista MSF

Mosul, 5 anni dopo la battaglia

Alessandro Piro

Alessandro Piro

Logista MSF
Mosul, 5 anni dopo la battaglia

Il conflitto è un trauma molto forte di cui la popolazione di Mosul (Iraq) non parla volentieri. C’è voglia di chiudere un capitolo e di ripartire, togliendosi la fama di città collassata dopo la guerra. C’è grande voglia di normalità.

Sono passati 5 anni della fine della battaglia di Mosul e dalla sconfitta dello Stato Islamico. Da allora è iniziato un periodo di ricostruzione, materiale, fisica e psicologica.

Nel conflitto la città è stata distrutta, interi quartieri e case sono andati in pezzi in quella che è stata definita la guerra urbana tra le più cruente dalla seconda Guerra mondiale. Anche gli ospedali sono stati distrutti e l’accesso alle cure sanitarie fatica a ripartire; c’è un elevatissimo bisogno di assistenza sanitaria.

Mancano farmaci e strumenti per la chirurgia, con la popolazione costretta a rivolgersi a strutture temporanee come quelle di MSF, che qui facilita l’accesso alla salute in vari campi, dalla maternità alla chirurgia ortopedica fino alla salute mentale.

Staff MSF a Mosul

Oggi a Mosul c’è voglia di ripartire dalla bellezza della città, dal decoro urbano: i mercati stanno riaprendo, riaprono bar e ristoranti, c’è una ripresa della vita normale e la voglia di sentirsi una città come tutte le altre. Stanno finalmente tornando le famiglie che erano fuggite.

Sta ripartendo anche l’università molto importante della città, che ha subito danni enormi, ma che ora vede iscrizioni in crescita. Ed è proprio dall’ateneo, dai giovani tornati in città, che la città spera di rinascere.

Conosco tanti colleghi di Mosul che sono giovani e sono orgogliosi della loro città. In tanti sono ritornati e vogliono restare qui per migliorarla.

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