Giulia Maistrelli

Giulia Maistrelli

Ostetrica MSF

Sorrisi di speranza in sala parto

Giulia Maistrelli

Giulia Maistrelli

Ostetrica MSF
Sorrisi di speranza in sala parto

Chi di voi ha mai varcato la soglia di una sala parto sofferente, o chi di voi ha sostato in una sala d’aspetto in angosciante attesa di ricevere buone notizie, sa di cosa parlo: per quanta gioia ci sia nell’evento nascita, la paura che la precede è una componente inevitabile, legata alla possibilità che qualcosa vada storto.

Anche nelle società più sviluppate, la nascita è, infatti, uno dei momenti più pericolosi nella vita di una donna e per il bimbo che sta aspettando. Questo attanaglia le viscere di chi è in sala d’aspetto, fino alla gloriosa chiamata per abbracciare i propri cari, e il sollievo di sapere che è andato tutto bene.

Ora vi chiedo di pensare, in quello stesso momento in cui inizia il travaglio, di trovarvi in viaggio. Siete scappate senza valigie e senza passaporto, oltrepassando a piedi il confine per cercare asilo in un altro paese. Immaginate che li nessuno parli la vostra lingua e che vi dicano che non potete andare in ospedale, a meno che non sia un’emergenza.

Vivete clandestinamente mentre fino a pochi mesi prima eravate ingegneri, insegnanti, farmacisti. Inoltre, c’è nell’aria uno strano virus, potenzialmente letale. Andare in ospedale è ancora più rischioso.

Questa è più o meno la situazione di tantissime donne che assistiamo alle porte d’Europa e in tanti altri contesti, attraverso attività per la salute sessuale e riproduttiva, visite ostetriche in gravidanza e dopo il parto, visite ginecologiche, oltre ad assistenza medica e psicologica ai sopravvissuti a violenze.

Come ostetriche, le mie fantastiche colleghe dello staff locale assistono ogni giorno le donne che si trovano in questa terrificante situazione: le incoraggiano e supportano per diminuire il rischio per loro e il loro bambino, accompagnandole al parto in maniera dignitosa e (più) sicura.

Per me è un privilegio lavorare al loro fianco, che sia con i migranti vicinissimi a noi, nei campi profughi o nelle zone di guerra. Perché, anche se non possiamo eliminare la paura, possiamo renderla solo una parte dell’esperienza magica della nascita, come succede nella nostra parte di mondo.

Grazie anche al fondamentale supporto dei nostri sostenitori, che ci permette di essere accanto a tante donne e ai loro bambini.

* Editoriale pubblicato sulla Newsletter di MSF 2/2020
Condividi con un amico