Accordo Italia-Libia, MSF: “No al rinnovo di un sistema di violenze e torture”

L’accordo Italia-Libia deve essere interrotto perché perpetua scellerate politiche di respingimento e detenzione sulla pelle delle persone alimentando nel Mediterraneo il numero delle morti in mare, avverte Medici Senza Frontiere (MSF) a pochi giorni dal rinnovo automatico previsto per il 2 di novembre. Dal 2017, con questo accordo, l’Italia e l’Unione europea (Ue) forniscono supporto finanziario, tecnico e logistico alla Guardia costiera libica che continua ad alimentare un ciclo criminale di violenze, mettendo in pericolo la vita delle persone migranti in difficoltà in mare e del personale delle ONG impegnate nelle operazioni di ricerca e soccorso.

“L’accordo Italia-Libia è un patto vergognoso stretto sulla pelle delle persone e non deve essere rinnovato. Addestriamo e finanziamo la Guardia costiera libica, che ancora nei giorni scorsi, dopo anni di episodi violenti, ha sparato contro un’imbarcazione in pericolo ferendo 3 persone, tra cui un ragazzo di 15 anni attualmente in coma. Nel frattempo, il sistema di accoglienza in Italia viene svuotato dei servizi e il diritto d’asilo è fortemente depotenziato” dichiara la dr.ssa Monica Minardi, presidente di MSF in Italia.

Solo quest’anno 22.509 persone migranti in fuga dalla Libia sono state intercettate in mare e riportate indietro con la forza, secondo i dati dell’IOM. Il più delle volte tornano in centri di detenzione in cui subiscono violenze, torture, abusi: tutto questo con la connivenza e con il supporto economico dell’Italia. Al solo scopo di bloccare gli arrivi nel nostro paese, si dimentica colpevolmente ogni obbligo di tutela dei diritti umani.

“Per evitare che altre persone muoiano in mare e che vengano deportate nei centri di detenzione o in circuiti illegali di sfruttamento e violenza in Libia, l’Italia e l’Ue dovrebbero garantire vie legali e sicure d’accesso e un’attività dedicata e coordinata tra i diversi Stati membri, di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale” aggiunge la dr.ssa Minardi di MSF.

La Libia non è un luogo sicuro per le persone migranti e dal 9 novembre non sarà più un paese dove le ONG, inclusa MSF, potranno operare a causa di una decisione annunciata ieri dalle autorità libiche.

“Le nostre psicologhe assistono ogni giorno persone migranti sopravvissute alla detenzione in Libia e alla traversata del Mediterraneo. Il 60% degli episodi di violenza e tortura subiti dai nostri pazienti in cura a Palermo, nell’ambito del servizio specializzato per sopravvissuti a tortura, sono avvenuti in Libia. Il rinnovo dell’accordo rende l’Italia complice di tutto ciò” conclude la dr.ssa Minardi di MSF.

MSF in Italia

In Italia MSF garantisce assistenza medica e psicologica a persone migranti nella provincia di Agrigento, gestisce un servizio di riabilitazione per le persone migranti sopravvissute a tortura a Palermo e offre orientamento ai servizi sanitari per persone in situazioni di marginalità in 7 città italiane.

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