Dal 2015 forniamo assistenza sanitaria ai Rohingya e ad altre comunità di migranti privi di documenti in Malesia.

Da decenni i Rohingya giungono in Malesia per sfuggire alla discriminazione nel loro stato nativo del Rakhine, in Myanmar.

Mentre l’ambiente urbano in Malesia offre ai rifugiati e ai richiedenti asilo un certo anonimato, esistono poche reti di sicurezza.

La Malesia non ha aderito alla Convenzione sui rifugiati delle Nazioni Unite del 1951, per cui i richiedenti asilo e i rifugiati sono effettivamente criminalizzati dalla legge nazionale.

Inoltre, non hanno accesso diretto ai servizi dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati.

La mancanza di uno stato giuridico li lascia in una condizione di stress permanente.

La costante paura di essere arrestati, detenuti e persino deportati li spinge alla clandestinità.

La maggioranza di essi è restia ad uscire allo scoperto e non cerca assistenza sanitaria, anche in caso di emergenza, per paura che il personale ospedaliero li possa denunciare ai servizi per l’immigrazione.

Impossibilitati a lavorare legalmente, spesso scompaiono nell’economia sommersa urbana della Malesia, dove sono vulnerabili allo sfruttamento, alla schiavitù per debiti o agli incidenti sul lavoro.

Per rispondere alla carenza di servizi per questo gruppo vulnerabile, forniamo assistenza sanitaria, oltre che formazione in materia di salute mentale, sostegno psicosociale e consulenza, attraverso cliniche mobili comunitarie e una clinica fissa a Penang.

Nel 2019, le nostre équipe hanno effettuato 8.740 visite presso la clinica fissa e le cliniche mobili gestite in collaborazione con l’ONG ACTS.

Inoltre, le nostre équipe hanno fornito 487 prestazioni sanitarie di base, assistenza psicosociale e consulenza in cinque centri di accoglienza governativi per la protezione dei sopravvissuti alla tratta di esseri umani (centri di accoglienza TIP).

Questi centri si trovano a Kuala Lumpur, Negeri Sembilan e Johor Bahru.

Dopo aver lavorato per più di 18 mesi nei rifugi, abbiamo concluso queste attività alla fine del 2019.

In collaborazione con MERCY Malaysia e SUKA Society, forniamo assistenza medica nei centri di detenzione per immigrati, rispettivamente a Belantik e Juru.

Durante l’anno, le nostre équipe hanno gestito cliniche mobili mensili e hanno lavorato per migliorare i sistemi idrici e igienico-sanitari di questi centri, dove sono detenuti molti rifugiati e migranti privi di documenti.

In totale, sono state effettuate 189 sedute di formazione in materia di salute mentale e 120 sedute di consulenza per la salute mentale, e 3.025 persone sono state raggiunte attraverso l’educazione psicosociale.

Nel 2019, abbiamo continuato a sostenere l’accesso illimitato e diretto dei richiedenti asilo all’UNHCR, come parte di una strategia proattiva per superare le barriere all’assistenza sanitaria.

I richiedenti asilo del Myanmar, la maggior parte dei quali sono Rohingya apolidi, rappresentano quasi il 90% della popolazione dei richiedenti asilo in Malesia.

Non possono ancora presentare richieste di asilo direttamente alle Nazioni Unite.

Siamo una delle poche ONG che può deferire le richieste di asilo all’UNHCR sulla base di una serie di criteri di vulnerabilità aggiuntivi.

Nel 2019, abbiamo effettuato 467 segnalazioni.

Inoltre collaboriamo con altre organizzazioni, tra cui UNHCR e MERCY Malaysia, e con Ministeri della salute e degli affari interni della Malesia per migliorare l’accesso a lungo termine all’assistenza sanitaria per i rifugiati.

Ciò include la promozione di misure per proteggere i migranti dall’applicazione delle leggi sull’immigrazione quando richiedono assistenza medica presso le strutture sanitarie pubbliche e lo sviluppo di sistemi di assicurazione sanitaria sostenibili.

Inoltre, formiamo il personale del sistema sanitario pubblico malese a comprendere le esigenze e le vulnerabilità delle persone prive di documenti.

  • 2004 anno del nostro primo intervento nel Paese
  • 8740 visite ambulatoriali

Attività di MSF in Malesia

Lavoriamo in Malesia dal 2004 e nel 2017 i nostri progetti si sono concentrati sull'assistenza sanitaria per le comunità di rifugiati e sopravvissuti alla tratta di esseri umani.

  • Migrazione

    La fuga di milioni di persone da guerre e povertà è una delle crisi umanitarie più gravi del momento: sono più di 65 milioni i rifugiati e gli sfollati nel mondo.

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  • Promozione alla salute

    Le attività di promozione della salute mirano a migliorare la salute e incoraggiare l’uso efficace dei servizi sanitari. La promozione della salute è un processo a doppio senso: comprendere la cultura e le pratiche di una comunità è importante quanto fornire informazioni.

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  • Tubercolosi

    La Tubercolosi è una delle principali cause di mortalità per malattie infettive a livello globale. Un terzo della popolazione mondiale ospita il bacillo della tubercolosi (Tb) allo stato di latenza.

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