L’impatto psicologico a un mese dal terremoto in Marocco

L’impatto psicologico a un mese dal terremoto in Marocco

Il devastante terremoto in Marocco di magnitudo 6,8 ha causato 2.862 morti e circa 6.000 feriti, Medici Senza Frontiere continua a fornire supporto alla salute mentale alle persone colpite.

Nonostante l’efficace risposta medico-umanitaria sul campo delle autorità locali e di altri partner, l’impatto del terremoto sulla vita delle persone è stato devastante e i bisogni di assistenza alla salute mentale rimangono enormi.

Il terremoto in Marocco

Il terremoto ha colpito soprattutto l’area rurale della catena montuosa dell’Alto Atlante, dove si sono verificate frane e crolli con strade interrotte, rendendo ancora più complesso l’accesso ai villaggi più remoti.

Dopo aver effettuato, immediatamente dopo il sisma, sei donazioni di attrezzature mediche e medicinali a centri sanitari e ospedali, i nostri team si stanno ora concentrando nel fornire supporto psicologico alle persone colpite e ai volontari in prima linea.

In queste zone montuose le persone hanno perso tutto in pochi secondi: il passato, il presente e il futuro. Sono popolazioni berbere che vivono qui da secoli e non sanno quale sarà il loro futuro. ‘Come ricostruirò la mia vita? Tornerà mai quella di prima? L’inverno sta arrivando e viviamo in tende, è insostenibile’. Queste sono state le domande ricorrenti durante le nostre sessioni psicologiche. Fouzia Bara Infermiera di MSF in Marocco

L’impatto del terremoto sulla popolazione

La maggior parte delle persone incontrate dalle nostre équipe ha perso parenti e amici o ha visto le proprie case e i propri villaggi rasi al suolo, mentre alcuni speravano ancora di ritrovare i propri cari sotto le macerie.

Ho visto quanto immenso fosse lo shock per tutti, indipendentemente dalla loro età. Quello che emergeva era soprattutto la paura e l’ansia. All’inizio molte persone non riuscivano a parlare facilmente. In un villaggio con 70 abitanti, nella regione di Taroudant, è sopravvissuta una sola persona. In un altro villaggio vicino a Tigouga, invece, una donna ha perso tutti e tre i suoi figli, il più piccolo aveva solo un mese. Non parlava durante il giorno e di notte piangeva continuamente e cercava i suoi figli. Le sessioni di supporto psicologico hanno permesso alle persone di metabolizzare e comprendere ciò che sta accadendo loro. Giorno dopo giorno si sono aperte e hanno condiviso le loro sofferenze, nonostante una resistenza iniziale. Questo spazio è stato necessario per i volontari, giovanissimi tra i 17 e i 24 anni totalmente scioccati, e permettere loro di affrontare meglio le loro emozioni. Quello che più mi ha colpito è stato il modo in cui i bambini reagivano, come ridevano e scherzavano continuamente mentre parlavano del terremoto, distaccandosi completamente da quanto accaduto, nonostante avessero perso i loro amici o le loro famiglie. È quella che chiamiamo sindrome dissociativa. Fouzia Bara
Infermiera di MSF in Marocco

Noi di MSF continuiamo a fornire attività di salute mentale e supporto di primo soccorso psicologico alle persone colpite e a formare team locali di psicologi, promotori della salute e assistenti sociali affinché siano in grado di identificare i casi più gravi e fornire supporto.

Migliaia di persone hanno bisogno di essere supportate il prima possibile, per prevenire disturbi da stress post-traumatico.

Il nostro intervento in Marocco

Abbiamo iniziato a lavorare in Marocco nel 1997 per fornire assistenza alle comunità prive di accesso alla salute a Rabat, Casablanca e Tangeri con un focus sulla salute materna e riproduttiva.

All’inizio degli anni 2000, abbiamo iniziato a svolgere consultazioni mediche attraverso cliniche mobili e trasferimenti in altre strutture sanitarie ai migranti che arrivavano in Marocco.

Nel 2010, abbiamo fornito assistenza alle persone migranti ferite durante i raid di massa e le espulsioni da parte delle forze di polizia marocchine.

Dal 2013 abbiamo affidato i nostri progetti a organizzazioni locali per la salute e i diritti umani.

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