MSF a Rafah: sosteniamo la clinica Al-Shaboura nella Striscia

MSF a Rafah: sosteniamo la clinica Al-Shaboura nella Striscia

A partire dal 9 dicembre abbiamo iniziato a sostenere con un nostro team la clinica di Al-Shaboura a Rafah, nella Striscia di Gaza. Solo il primo giorno i nostri operatori hanno prestato le cure a oltre 130 persone.

La situazione delle cliniche a Rafah

A Rafah, l’area più meridionale della Striscia e dove sono stati spinti gli abitanti di Khan Yunis e dell’Area di Mezzo, i servizi sanitari sono estremamente limitati.

Un paziente su due ha un’infezione alle vie respiratorie a causa della prolungata esposizione al freddo e alla pioggia. Le persone vivono in condizioni igieniche estremamente precarie. In alcuni rifugi, 600 persone condividono un unico bagno. Stiamo già assistendo a molti casi di diarrea. Spesso i bambini sono i più colpiti. Nicholas Papachrysostomou Coordinatore delle emergenze di MSF a Gaza

A 10 giorni da quando siamo stati costretti a interrompere il supporto alle cliniche dei Martiri e Beni Shueila, poiché le forze israeliane avevano ordinato l’evacuazione dell’area, i servizi sanitari nella zona sono al collasso, come nel resto della Striscia.

Quasi la metà delle consultazioni mediche effettuate dai nostri team in queste due cliniche erano per bambini di età inferiore ai 5 anni con ferite, a volte anche infette.

Gaza: Stop Now – la nostra mobilitazione

A Gaza ogni principio di umanità è stato completamente violato. Vediamo ospedali attaccati e trasformati in obitori con staff e pazienti uccisi.

Pochi giorni di sospensione delle ostilità non saranno mai sufficienti per organizzare una fornitura adeguata di aiuti e non rappresentano alcuna soluzione.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deve chiedere un cessate il fuoco immediato e duraturo, per togliere l’assedio e garantire aiuti illimitati all’intera Striscia di Gaza.

Chiediamo con forza che vengano messe in campo tutte le possibili azioni diplomatiche per evitare un’ulteriore sofferenza della popolazione civile, consentire l’accesso degli aiuti umanitari e persuadere le autorità israeliane che gli attacchi sproporzionati anche contro strutture civili sono disumani oltre che contrari alle norme umanitarie.

Per questo, abbiamo lanciato in tutto il mondo la mobilitazione “Gaza: Stop Now”. Per aderire firma ora.

 

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