Gaza: un manifesto per il cessate il fuoco permanente

Gaza: un manifesto per il cessate il fuoco permanente

Oggi in tutto il mondo Medici Senza Frontiere chiede a tutte le parti in causa di adoperarsi per garantire un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza.

È ora che le diplomazie internazionali, governo italiano compreso, chiedano alle autorità israeliane di porre fine agli attacchi mortali contro i civili palestinesi e far entrare aiuti umanitari salvavita nella Striscia 

Gli attacchi indiscriminati devono finire ora.

I trasferimenti forzati devono finire ora.

Gli attacchi contro ospedali e operatori sanitari devono finire ora.

L’assedio e le restrizioni degli aiuti devono finire ora.

Tutto questo deve finire ora.  

STOP NOW. 

Vi chiediamo di essere parte della soluzione e di fare quanto è in vostro potere per prevenire altri massacri.

La tregua dei giorni scorsi è stato il primo segno di umanità dopo settimane di violenza incessante. Ma considerando i bisogni incommensurabili, pochi giorni di sospensione delle ostilità non saranno mai sufficienti per organizzare una fornitura adeguata di aiuti e non rappresentano alcuna soluzione. 

MSF è rimasta scioccata e addolorata dall’attacco sferrato da Hamas contro i civili israeliani. È un attacco che condanniamo in maniera inequivocabile. Oggi, dopo quasi due mesi, le parole non riescono a descrivere l’assoluto orrore inflitto dalle autorità israeliane ai civili palestinesi con questa guerra incessante e indiscriminata sferrata sotto gli occhi del mondo intero.  

Attacchi alle strutture e al personale medico

Le autorità israeliane hanno mostrato un evidente e totale disinteresse per la protezione delle strutture sanitarie di Gaza. Gli ospedali sono diventati obitori o addirittura macerie. Sono stati colpiti da attacchi aerei, carri armati e spari, circondati e assaltati, staff e pazienti sono stati uccisi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha documentato 178 attacchi contro l’azione medica, con 22 morti e 48 feriti tra gli operatori sanitari al lavoro. Il personale medico, compreso il nostro, è completamente esausto, pervaso da profonda disperazione.

Sono stati costretti ad amputare arti di bambini pluri-ustionati e gravemente feriti, senza anestesia né strumenti chirurgici sterilizzati. Le persone stanno morendo di dolore. A causa delle evacuazioni forzate imposte dai soldati israeliani, alcuni medici si sono trovati nella drammatica posizione di dover abbandonare i propri pazienti affrontando una scelta impossibile: la propria vita o quella dei loro pazienti. Non c’è alcuna giustificazione possibile che possa legittimare azioni di tale atrocità.  

MSF ha recentemente inviato a Gaza un team internazionale di emergenza per sostenere i nostri colleghi palestinesi con servizi medici e chirurgici forniti alle strutture sanitarie. Purtroppo, le loro attività sono state gravemente limitate dall’elevato numero di feriti, dalla distruzione delle infrastrutture, dalla mancanza di materiali essenziali come il carburante e dalla persistente insicurezza.

Vogliamo e dovremmo essere in grado di fare molto, molto di più. Tuttavia, al momento è semplicemente impossibile a causa dell’assedio e degli implacabili attacchi generalizzati perpetrati dalle autorità israeliane.  

Tre operatori di MSF sono stati uccisi, molti di più hanno perso membri delle loro famiglie. Numerosi altri colleghi sono stati feriti. Altre organizzazioni umanitarie hanno riportato decine di uccisioni tra il loro staff.  

Una punizione collettiva

Gaza, sotto il blocco imposto da Israele dal 2007, è la più grande prigione a cielo aperto al mondo. Dall’inizio della campagna militare il governo israeliano ha attuato un “assedio totale” su Gaza, vietando l’ingresso di acqua, cibo, carburante e forniture mediche per i 2,3 milioni di civili intrappolati nell’enclave. Oltre a questo, sono state poste restrizioni inflessibili sull’accesso umanitario che stanno impedendo ad aiuti vitali di raggiungere le persone che ne hanno bisogno. Sottoporre un’intera popolazione a una punizione collettiva è un crimine di guerra per il Diritto Internazionale Umanitario.  

Stiamo assistendo al totale spregio del principio fondamentale di umanità.

Nonostante le affermazioni delle autorità israeliane, l’attacco a tutto campo non è rivolto solo contro Hamas. L’intera popolazione di Gaza viene colpita, senza alcuna distinzione e riserva. Anche le guerre hanno le proprie regole, ma le autorità israeliane noncuranti, impongono una dottrina militare sproporzionata e devastante.

Nei primi giorni di questa drammatica offensiva, il portavoce dell’esercito di Israele ha annunciato che l’“enfasi” della strategia militare israeliana, forte e potente doveva essere posta sul “danno e non sulla precisione”. Si potrebbe dire che le azioni che ne sono seguite hanno ulteriormente amplificato quelle parole.  

Il nord di Gaza rischia di essere cancellato dalle mappe. Il sistema sanitario è collassato. Secondo le autorità sanitarie di Gaza, più di 14.000 persone sono state uccise, di cui la metà sono bambini. Una ogni 200 abitanti di Gaza. Decine di migliaia sono i feriti. Le famiglie stanno recuperando i corpi dei propri cari da sotto le macerie. Almeno 1,7 milioni di persone sono sfollate secondo le Nazioni Unite. A questi civili è stato imposto con la forza di trasferirsi a sud ma le autorità israeliane stanno bombardando anche quell’area. Nessun luogo è sicuro.  

Il nostro team di emergenza a Khan Younis nel sud di Gaza ha riportato un massiccio afflusso di feriti dopo intensi attacchi e bombardamenti aerei, avvenuti anche contro poveri e sovraffollati campi profughi dove le persone a malapena sopravvivono grazie ai pochi aiuti umanitari disponibili. Se non li colpiranno le bombe, lo faranno fame e malattie infettive.  

MSF chiede che i feriti, così come chiunque desideri lasciare Gaza, possa farlo in sicurezza attraverso il valico di Rafah, senza pregiudicare il loro diritto al ritorno.

A causa del numero senza precedenti di feriti gravi e delle condizioni in cui i medici operano a Gaza, è necessario garantire un passaggio sicuro permanente dalla Striscia verso Paesi terzi. Nel breve termine, questo vale per l’Egitto, dove nelle ultime settimane è stato possibile evacuare un numero limitato di feriti.

Questa via deve essere urgentemente rafforzata attraverso l’organizzazione di evacuazioni mediche coordinate tra tutti gli attori sanitari a Gaza, una maggior apertura del valico di Rafah e il potenziamento delle capacità mediche in Egitto, a cui MSF è disposta a contribuire. 

Cessate il fuoco!

Un cessate il fuoco permanente è l’unico modo per fermare l’uccisione di altre migliaia di civili e garantire il passaggio di aiuti umanitari disperatamente necessari.

MSF chiede, inoltre, l’istituzione di un meccanismo indipendente per supervisionare un flusso adeguato, prevedibile e costante di forniture umanitarie a Gaza. 

Anche i nostri team medici in Cisgiordania riportano attacchi contro l’azione medica, con un aumento di violenze, persecuzioni e abusi, oltre all’uccisione di oltre 200 palestinesi dal 7 ottobre per mano dell’esercito israeliano o dei coloni, secondo i dati delle Nazioni Unite.  

Finora i leader mondiali, tra cui Italia, non hanno fatto tutti gli sforzi necessari a fermare l’incessante spargimento di sangue e atrocità.  

Chiediamo con forza che vengano messe in campo tutte le possibili azioni diplomatiche per evitare un’ulteriore sofferenza della popolazione civile, consentire l’accesso degli aiuti umanitari e persuadere le autorità israeliane che gli attacchi sproporzionati anche contro strutture civili sono disumani oltre che contrari alle norme umanitarie.  

Vi esortiamo ad agire per sostenere la nostra comune umanità.  

Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. Ricordatevi di noi.”

Sono le parole che un medico di MSF ha scritto sulla lavagna di un ospedale di Gaza che veniva usata per pianificare gli interventi chirurgici. Quando i bombardamenti finiranno dovremo tutti poter dire di avere fatto lo stesso.

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