Haiti: insicurezza insostenibile a Port-au-Prince

Haiti: insicurezza insostenibile a Port-au-Prince

Circa 19.000 sfollati: stadi, scuole e chiese trasformati in campi informali.

Port-au-Prince, la capitale di Haiti, è in stato di alta tensione, i gruppi armati si contendono il potere in tutta la città e sfidano il governo. Sparatorie, saccheggi, incendi dolosi sono in corso da diversi mesi, con diversi gruppi coinvolti e persone che soffrono per le conseguenze della violenza indiscriminata.

Inoltre, la carenza di carburante ha causato delle tensioni nella zona portuale, minacciato servizi vitali, compresi quelli medici, e ridotto l’accesso all’assistenza sanitaria.

Le violenze a Port-au-Prince hanno provocato lo sfollamento di circa 19.000 persone negli ultimi mesi. Famiglie con bambini piccoli, persone con disabilità o altre vulnerabilità sono state violentemente cacciate dalle loro case o costrette a fuggire in cerca di sicurezza. Chi non è riuscito a trovare una sistemazione da parenti o amici ha trovato un rifugio in 8 siti informali a Port-au-Prince, creati in scuole, stadi e chiese.

Stiamo fornendo cure mediche con delle cliniche mobili offrendo acqua potabile e servizi igienico-sanitari agli sfollati nello stadio di Parc Celtique e nella parrocchia di di St. Yves nel quartiere di Delma 5. Nonostante questi sforzi, c’è bisogno urgente di ulteriori aiuti umanitari per gli sfollati, dal rifornimento di cibo e acqua a servizi sanitari e sistemazioni più stabili.

“Stavo ritornando dal centro della città quando ho sentito una sparatoria. Non sono riuscito nemmeno a tornare a casa. Tutti i miei beni sono andati in fumo. Come tutti quanti nel quartiere, sono fuggito e sono venuto qui. Qui viviamo nella miseria, non abbiamo niente. Ciò che ci serve di più è il cibo, i bagni ed un posto dove dormire”. Marie-Jose Madre vedova di otto figli che ora vive a Parc Celtique

Il sovraffollamento e le scarse condizioni igieniche rappresentano considerevoli rischi per la salute fisica e mentale delle persone, oltre ad aumentare le vulnerabilità esistenti. Alcune ragazze e donne hanno denunciato violenze, anche a sfondo sessuale, e molestie nei siti informali, in cui mancano privacy e spazi sicuri.

Molte persone dormono all’aperto sul cemento senza materassi. Manca acqua potabile e cibo. In alcuni rifugi non ci sono docce, e così le persone si lavano con dei secchi all’aperto o dietro dei teloni. In altri, mancano le latrine, costringendo le persone alla defecazione all’aperto. Queste condizioni, unite al sovraffollamento, costituiscono una minaccia per potenziali focolai di malattie infettive, come le malattie diarroiche o il Covid-19”. Mariana Cortesi Responsabile medico MSF Haiti

Vittime ordinarie di violenza indiscriminata

I nostri team di ricevono ogni giorno a Port-au-Prince pazienti con ferite d’arma da fuoco, da taglio o vittime di aggressioni.

Quando scoppiano degli scontri armati in alcuni quartieri di Port-au-Prince, possiamo ricevere decine di pazienti feriti in un giorno. Stiamo facendo del nostro meglio per fornire assistenza medica di qualità per tutti, anche se alcune volte è molto difficile”. Tania Joachim Infermiera chirurgica  dell’ospedale traumatologico e grandi ustioni MSF di Tabarre

I pazienti raccontano di violenze scoppiate all’improvviso. Manuelle Lina, incinta di due gemelli, stava tornando dal mercato quando è stata investita da un veicolo che stava scappando da uno scontro a fuoco fra gruppi armati. Gravemente ferita, Manuelle è stata ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale MSF di Tabarre.

Avevo un piede e qualche costola fratturata. L’équipe medica ha anche effettuato un’ecografia ed i miei bambini si muovevano normalmente, ma il giorno dopo, li ho persi tutti e due”. Manuelle Paziente MSF

Nel 2021, il nostro centro d’emergenza nel quartiere di quartiere di Turgeau – prima situato a Martissant dove è stato il bersaglio di una massiccia sparatoria – cura in media cento feriti da arma da fuoco al mese.

Il nostro ospedale a Tabarre riceve regolarmente pazienti traumatologici dal cento di Turgeau, la metà di loro arriva con ferite causate dalle violenze.

Ostacoli per l’accesso all’assistenza sanitaria

I sopravvissuti alla violenza di genere affrontano molti rischi nel richiedere cure mediche e protezione legale. La vergogna, lo stigma, la paura di denunciare e le conseguenze sociali, così come le difficoltà nel raggiungere le strutture sanitarie, inibiscono i pazienti nel ricercare le cure.

In alcuni quartieri, dove la violenza è prevalente, le persone non sono in grado di muoversi liberamente o hanno paura di farlo.

La crescente insicurezza ha anche costretto le strutture sanitarie a chiudere od a ridurre i loro servizi, limitando significativamente l’accesso alle cure in alcune aree della capitale.

La recente carenza di carburante ha aggravato le difficoltà delle strutture mediche nel rimanere aperte, così come quelle dei pazienti, inclusi i sopravvissuti alla violenza sessuale e di genere, nel raggiungere gli ospedali.

Il prezzo dei trasposti nella capitale è quintuplicato, ciò significa che le persone non possono raggiungere le strutture sanitarie aperte, a meno che non camminino per ore, perché i trasporti o sono troppo costosi o non sono semplicemente disponibili”.  Mariana Cortesi Responsabile medico MSF Haiti

La mancanza di carburante ha interessato anche il settore pubblico, le banche, le riserve idriche municipali, i negozi, rendendo la vita quotidiana estremamente difficile.

Con la continua precarietà ed insicurezza, il mantenimento dei servizi sanitari ad Haiti è diventato tanto una sfida, quanto una necessità.

Non so cosa avrebbero fatto i nostri pazienti se MSF non fosse stata presente. La situazione ad Haiti è catastrofica. Spero possa cambiare”. Tania Joachim Infermiera chirurgica dell’ospedale traumatologico e grandi ustioni MSF di Tabarre

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