Imposta di successione: quando si paga e in quali casi no

Imposta di successione: quando si paga e in quali casi no

L’apertura di una successione prevede una serie di passi necessari, anche di natura fiscale.

Innanzi tutto, gli eredi devono presentare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione entro un anno dal giorno della morte del De Cuius. Questa dichiarazione contiene le generalità dei soggetti nominati nel testamento e la descrizione dei beni oggetto della successione: è un documento importante perché funzionale al pagamento dell’imposta sulle successioni.

Il pagamento dell’imposta sulle successioni è condizione necessaria per poter disporre dei beni ricevuti per testamento, come ad esempio denaro, gioielli, mobilio, titoli, immobili, terreni, etc. L’imposta è dovuta dagli eredi e dai legatari (coloro che ricevono un legato, cioè una parte specifica del patrimonio).

L’imposta da corrispondere è proporzionale, secondo aliquote differenti in relazione al grado di parentela dei successori con il defunto:

  • 4 per cento, per il coniuge e i parenti in linea retta (figli – genitori – nipoti), da calcolare sul valore eccedente 1.000.000 di euro per ciascun erede;
  • 6 per cento, per fratelli e sorelle, da calcolare sul valore eccedente 100.000 euro, per ciascun erede;
  • 6 per cento, da calcolare sul valore totale (cioè senza alcuna franchigia) per gli altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta, nonché affini in linea collaterale fino al terzo grado;
  • 8 per cento, da calcolare sul valore totale (cioè senza alcuna franchigia) per le altre persone.

La franchigia, cioè la parte di patrimonio su cui si calcola l’imposta di successione, è di 1.500.000 euro se a beneficiare del lascito è una persona disabile con disabilità grave ai sensi della legge 104/92, a prescindere dal grado di parentela o affinità tra disponente e beneficiario.

Quando non si paga imposta di successione

È importante sapere che per alcuni soggetti NON è previsto il pagamento dell’imposta di successione.

Dunque quando non è previsto il pagamento delle imposte in caso di successione?

Quando si decide di fare un lascito solidale. Infatti, tra i soggetti esenti al pagamento dell’imposta di successione ci sono le ONLUS alle quali è possibile destinare una parte o la totalità di tutti i propri beni.

Un lascito solidale a Medici Senza Frontiere Onlus non comporta il pagamento di alcuna imposta o tassa di successione, sia al momento della scrittura del testamento sia quando avviene la sua apertura. Questo significa che il valore di quanto viene lasciato a Medici Senza Frontiere Onlus, immobili compresi, non sconta alcun importo dovuto proprio all’imposta di successione o altra imposta (esenzione dal pagamento delle imposte, prevista dall’art. 3 del D.Lgs. 31 ottobre 1990, n. 346, oggi ex art. 83 co. 2 del Codice del terzo settore d.lgs. 3 luglio 2017, n. 117,  tra l’altro, proprio per gli enti benefici).

Testamento solidale a Medici Senza Frontiere

Destinare nel testamento un dono o l’intero patrimonio a Medici Senza Frontiere Onlus è un atto semplice che ha il potere di salvare la vita a milioni di persone e che, proprio per l’assenza della tassa di successione, si trasformerà in aiuto medico-umanitario di emergenza senza alcuna riduzione di valore: con questa scelta solidale sarà possibile essere al fianco di MSF ad esempio per fornire un vaccino contro il morbillo, una cura contro la malnutrizione infantile, un intervento chirurgico e un parto sicuro in oltre 70 Paesi al mondo.

Per maggiori informazioni, è possibile contattare Laura Coccini Gailli, scrivendo a [email protected] oppure telefonando allo 06 888 06 455.

Qui è possibile richiedere la Guida al testamento per Medici Senza Frontiere .

 

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